Condannati dalla Corte d’Appello di Bolzano per aver costituito un’associazione dedita a frodi dell’Iva, ci sono anche un padre ed un figlio tra i tre napoletani sott’accusa.
Condannati per frode
I tre uomini commercializzavano birra tramite un carosello fiscale evadendo sistematicamente Iva ed accise. L’organizzazione messa in atto dai tre riusciva a trasportare tir di birra tra l’Italia e l’Austria, con un guadagno elevato. Quest’ultimo era anche possibile grazie all’evasività dell’azienda. Accusati per frode ed evasione i tre sono sotto il mirino delle indagini già da anni.
L’organizzazione messa in atto infatti era stata già scoperta e sgominata dalla polizia in Alto Adige alcuni anni fa, nel 2018. Da allora le indagini sull’organizzazione e sui tre “ideatori” napoletani hanno fatto luce sulla natura degli affari. L’organizzazione è infatti risultata illecita e ad aggravare la posizione di uno dei tre è stata anche la ricerca svolta sulle sue “tasche”. Già durante le indagini del 2018 era infatti emerso che uno dei tre colpevoli percepiva regolarmente il reddito in Campania. Nonostante la sua attività fruttasse molto l’uomo, essendo illecita, non poteva ovviamente dichiararla tra i guadagni.
Nessun senso civico ha però frenato l’uomo dal percepire il bonus nonostante la sua situazione agiata. Per questi motivi dopo anni di indagine la procura di Bolzan ha condannato i tre napoletani. Uno dei colpevoli è stato condannato in appello a 2 anni ed 8 mesi, il figlio a 2 anni e 2 mesi e l’ultimo, loro complice, a soli 5 mesi.
