Un affronto imperdonabile. Che avrebbe innescato una spirale di violenza e infine la guerra. Quella più sanguinosa che la recente storia criminale di Napoli abbia mai conosciuto, la faida di Scampia. All’origine la ‘scissione’ degli ‘spagnoli’ (capeggiati dagli Amato-Pagano) dal clan Di Lauro retto da Cosimo. Proprio l’atteggiamento spavaldo di quest’ultimo avrebbe portato alla rottura con i vecchi colonnelli del padre. Non tutti sanno però che in un’occasione il rampollo commise un affronto nei confronti di Raffaele Amato, ossia colui che intratteneva per il clan i rapporti con i narcotrafficanti e colui che importava quintali e quintali di droga. A raccontarlo in uno dei tanti verbali il collaboratore di giustizia Maurizio Prestieri, ex numero due del gruppo:«Cosimo assunse il ruolo del padre. Come il padre si serviva la maggior parte di Raffaele Amato per i contatti sia con la Colombia, con gli spagnoli e con i Paesi balcanici, Ungheria e Albania, lui andava a gestire Amato, cosa che faceva il padre prima. Praticamente non cambiava niente». Riguardo l’affronto nei confronti di Amato:«Quando la gestione va a Cosimo nascono un po’ i dissensi che poi si protraggono e scoppia la faida di Scampia. Questo è capitato a me personalmente, è stato nel 2001, vado a casa di Cosimo per incontrarlo e portargli le imbasciate che avevo riguardo le gestioni delle piazze… entrai nella casa dove Cosimo si appoggiava e già lì capii qualcosa che non andava perché c’era Raffaele Amato presente, Cosimo mi vide, mi fece la festa, mi salutò e disse vicino a Raffaele Amato ‘Tu aspetta giù’, nel senso che io e te dobbiamo parlare e tu non puoi essere presente».
«Tu aspetta giù», l’affronto di Cosimo Di Lauro al ras Amato che innescò la guerra
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ