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Turista rischia di morire di trombosi cerebrale, salvato al San Giovanni Bosco di Napoli

turista americano trombosi Napoli
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Un turista americano di 31 anni, in visita a Napoli nei giorni scorsi, ha rischiato di morire a causa di una trombosi cerebrale. Salvato dai medici dell’ospedale San Giovanni Bosco, che l’hanno operato d’urgenza.

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COLPITO DA TROMBOSI CEREBRALE, SALVATO DAI MEDICI DEL SAN GIOVANNI BOSCO

Il ragazzo, che prima di fare scalo a Napoli aveva trascorso qualche giorno in Toscana per partecipare ad un matrimonio, era stato colpito da un mal di testa improvviso e la sua mente ha iniziato ad annebbiarsi. Da lì in poi la chiamata al 118, la sala operatoria con l’intervento d’urgenza e la lotta per la vita.

Trasportato prima al Vecchio Pellegrini, è stato sottoposto a tutte le cure del caso. Nonostante la diagnosi sia molto complessa, i medici del pronto soccorso capiscono subito che servono degli approfondimenti urgenti. L’equipe dell’U.O. di Radiologia procede con una TAC dell’encefalo e subito dopo con una angio-TAC dei vasi intracranici. Gli esiti sono preoccupanti. Una malattia poco frequente ma molto devastante: trombosi dei seni venosi cerebrali. 

Viene allertato nuovamente il 118 per un trasferimento immediato dell’uomo presso l’U.O.C. di Neurologia dell’ospedale San Giovanni Bosco. Di guardia c’è la neurologa Antonella Antenora, che decide di avviare immediatamente una terapia specifica e di allertare i neuroradiologi. Grazie al sistema Picture Archieving Comunication System (PACS) i neuroradiologi possono controllare immediatamente gli esami effettuati all’ospedale dei Pellegrini, la decisione è immediata: trasferire l’uomo in sala angiografica per confermare l’ipotesi diagnostica.

“SE NON L’AVESSIMO OPERATO, IL RAGAZZO SAREBBE MORTO ALL’ISTANTE”

Ad intervenire sul giovane, il dottor Luigi Delehaye, direttore dell’U.O. di Neuroradiologia Diagnostica ed Interventistica, con l’anestesista Francesco Piscitiello e il supportato dall’equipe infermieristica della Emodinamica-Sala Angiografica e tecnica dell’U. O. di Neuroradiologia. I medici riescono ad asportare molti coaguli, tutto va per il meglio.

“Durante il lungo intervento – spiegano i medici – durato circa 4 ore, sono stati asportati un gran numero di coaguli, ottenendo una disostruzione ed il ripristino della pervietà di gran parte dei vasi occlusi. Al risveglio dalla narcosi la situazione clinica del giovane paziente è già visibilmente migliorata e migliora ancora dopo alcuni giorni di degenza nel corso dei quali viene sottoposto ad una terapia anticoagulante, ad alti dosaggi, per cercare di completare la disostruzione vasale”.

Non appena il paziente è risultato fuori pericolo di vita, è tornato a Denver, in Colorado, dov’è stato ricoverato allo Swedish Medical Center per proseguire la terapia farmacologica suggerita dai medici di Napoli.

 

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