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Guerra in Ucraina, l’influencer Marianna ha partorito: la sua foto incinta ha fatto il giro del mondo

Guerra in Ucraina, l'influencer Marianna ha partorito: la sua foto incinta ha fatto il giro del mondo
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Marianna Podgurskay, la donna incinta diventata icona dell’ospedale pediatrico bombardato a Mariupol, ha partorito. La beauty blogger ha dato alla luce una bambina nella giornata di ieri, 10 marzo, alle 22. L’annuncio arriva dalla giornalista Olga Tokariuk, che su Twitter ha detto di aver appreso la notizia tramite una parente della donna, riuscendo a sentirla brevemente al telefono. “Lei e la piccola stanno bene – ha spiegato Tokariuk -, ma a Mariupol c’è freddo e i bombardamenti continuano“.

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Quell’immagine diventata un simbolo della guerra in Ucraina…

La foto scattata a Marianna Podgurskaya, blogger e influencer, è stata ripresa da media e funzionari russi per affermare che quel bombardamento fosse una messa in scena. Secondo questi ultimi, la donna che esce dall’ospedale – ritratta con un pigiama a pois ed una ferita in fronte – sarebbe una ‘attrice’. Il riferimento è legato al suo lavoro.

Marianna è in effetti una modella, ma era in ospedale per mettere al mondo la sua bambina, quando si è ritrovata tra le bombe così come numerosi altri civili bloccati a Mariupol, città martoriata dopo l’invasione della guerra e dove sono state scavate fosse comuni per il numero elevato di vittime.

Le parole del presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky

Bombardare un ospedale dei bambini è la prova definitiva che è in corso il genocidio degli ucraini“. Sono queste le parole di Volodymyr Zelensky: il presidente ucraino, in un video messaggio, si è rivolto così al mondo intero. La condanna arriva anche dall’Onu e da tutte le organizzazioni umanitarie.

Mosca, però, ha continuato a sostenere che quell’ospedale fosse diventato un covo per le forze armate ucraine. “L’ospedale pediatrico di Mariupol era usato come base del battaglione Azov e al suo interno non c’erano pazienti” ha spiegato lo stesso ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov.

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