Home Cronaca Il papà pubblica l’ultimo messaggio di Giulia ricevuto prima della tragedia

Il papà pubblica l’ultimo messaggio di Giulia ricevuto prima della tragedia

Il papà pubblica l'ultimo messaggio di Giulia inviato prima della tragedia
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Ieri il padre di Giulia Cecchettin ha pubblicato l’ultimo messaggio ricevuto dalla figlia prima della tragedia. Uno normale e quotidiano scambio di affetto, via Whatsapp, che non faceva affatto presagire all’immane tragedia.

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Durante l’udienza di convalida dell’arresto Filippo Turella, arrestato ieri in Germania per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha dato il consenso alla consegna rispetto al mandato di arresto europeo che era stato diramato dall’autorità giudiziaria italiana. Lo spiega all’Adnkronos l’avvocato Emanuele Compagno che difende il 22enne. Un sì al ritorno in Italia che dovrà essere ripetuto davanti al giudice tedesco che poi, a stretto giro, dovrebbe dare il consenso al ritorno in Italia del giovane che deve rispondere di omicidio volontario aggravato. Sui tempi del rientro non si ha certezza: potrebbe già essere entro 48 ore.

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“PENSAVO FOSSE MORTO”

“Pensavo fosse morto? Non so se ero contento… mio figlio pagherà, la giustizia farà il suo corso, ma c’è una famiglia, suo fratello… bisogna capire, non è facile affrontare questa cosa. Mio figlio è stato descritto come un mostro, non lo è e non lo è mai stato, non può essere… Siamo ancora sotto shock per quello che è successo, per quello che ha combinato nostro figlio. Non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così, un ragazzo al quale abbiamo cercato di dare tutto”, aggiunge frastornato. “Facciamo tantissime condoglianze alla famiglia di Giulia”, dice. Andrà a trovare la famiglia di Giulia? “Sì, ma bisogna trovare il coraggio per farlo”.

Filippo Turetta arrestato in Germania con l’accusa di omicidio volontario dell’ex fidanzata Giulia Cecchetin, ”non è un mostro. È figlio del patriarcato: non tutti gli uomini sono cattivi, ma gli uomini uccidono, controllano i telefoni, fanno catcalling. Il femminicidio non è un diritto passionale: è un omicidio di Stato”. Lo afferma Elena, sorella della 22enne trovata senza vita. ”Bisogna finanziare i centri antiviolenza e per Giulia non fate un minuto di silenzio ma bruciate tutto, ossia rivoltate il sistema, fate in modo che Giulia sia l’ultima vittima” conclude Elena.

 

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