Home Primo Piano Un anno fa il duplice omicidio Nappello: a Miano riscoppia la guerra

Un anno fa il duplice omicidio Nappello: a Miano riscoppia la guerra

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Dodici mesi fa Miano ritornava a riempire le pagine di cronaca. Quella cronaca che tante, troppe volte, spulcia tra le strade di periferia solo quando c’è il fatto eclatante, l’agguato, il morto. Quel 27 maggio del 2017 su via Valente, cuore della Miano vecchia, faceva caldo, molto caldo. La cappa della violenza e dell’omertà che cala su un intero quartiere. Venti colpi per far fuori i due Carlo Nappello, zio e nipote: due nomi che nel rione hanno un peso criminale. Carlo Nappello senior chiamato ‘o pavon era infatti il padre del ben più noto Valerio, braccio destro un tempo di Antonio Lo Russo l’ex boss poi divenuto collaboratore di giustizia. L’altro Carlo, ‘Chicchillotto’ era insieme allo zio quando ha incrociato il fuoco dei killer.

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Uno scontro, quello di Miano e dell’ex regno dei Lo Russo, che aveva già provocato tre morti ammazzati (Giuseppe Guazzo, Domenico Sabatino e Salvatore Corrado prima dei due Nappello), una faida nata appunto per la successione al clan Lo Russo dopo i pentimenti dello stesso Antonio e prima di lui degli zii Carlo e Mario. Gli inquirenti ci misero poco a ricostruire la dinamica: i due Nappello stavano tornando a casa in sella a un SH grigio quando, proprio in vico Vincenzo Valente, si sono materializzati due sicari. Nella strada non ci sono nè c’erano allora telecamere e quindi, in assenza di testimoni oculari disposti a parlare con gli investigatori, non fu chiaro se indossassero caschi o avessero il volto scoperto. I due furono investiti da una gragnuola di colpi, tanto che i carabinieri hanno trovato e sequestrato 20 bossoli calibro 9 luger. A fare fuoco presumibilmente due pistole e in pochi secondi la tragedia era compiuta. E’ passato un anno ma Miano è ancora una volta terra di conquista: da un lato i giovani ras (Balzano-Cifrone-Scarpellini) staccatasi proprio dal vecchio gruppo dei Nappello, dall’altro i vecchi del clan, quelli che non vogliono arrendersi al ‘nuovo corso’.

 

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