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Un covo per cambiarsi i vestiti, la tecnica della violenta banda di rapinatori di Giugliano

Covo per cambiarsi dei vestiti, la tecnica della violenta banda di rapinatori di Giugliano
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Avevano un covo per cambiarsi i vestiti, questa era la tecnica usata dalla violenta banda di rapinatori di Giugliano. I Carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aversa, coadiuvati da altri reparti della stessa e dal Nucleo Cinofili di Chieti, all’esito di un’articolata e complessa attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, nelle prime ore del mattino del 13 giugno scorso hanno dato esecuzione ad un fermo di indiziato di delitto nei confronti di tre persone e perquisizioni nei confronti di altri due soggetti.

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Sono finiti in manette Carlo Di Marino, classe 2004, Nicola Palma, classe 2004, e Antonio Maione, classe 2003.  All’esito dell’udienza di convalida, tenutasi il 16 giugno, il Giudice ha disposto la misura cautelare in carcere per tutti i tre indagati per i reati a loro ascritti. Di Marino e Palma sono difesi di fiducia dall’avvocato Luigi Poziello, mentre Maione dall’avvocato Pietro Cesaro.

LE INDAGINI

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord e condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Aversa, tra marzo e giugno del 2023, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre giovani ritenuti responsabili, a vario titolo, di tentata rapina in concorso, ricettazione e rapina aggravata dall’uso delle armi in concorso.

ASSALTI CONTRO LA BANCA E IL CENTRO SCOMMESSE

I tre fermati sono gravemente indiziati di aver commesso vari eventi delittuosi, tra cui una tentata rapina presso l’Ufficio Postale di Capodrise lo scorso 9 maggio, una tentata rapina al centro scommesse Kingbet di Cesa il 13 maggio e una rapina condotta al Banco di Credito Popolare di Giugliano lo scorso 31 maggio.

La minuziosa attività d’indagine condotta dai militari sotto la direzione della Procura di Napoli Nord ha permesso di ricostruire nei minimi dettagli ogni fase degli eventi delittuosi contestati. Tutto è stato possibile tramite l’attività tecnica, i servizi di osservazione e l’acquisizione delle immagini di numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati.

COME AGIVANO

I tre ragazzi, residenti a Giugliano, agivano adottando un collaudato modus operandi, avendo come punto di riferimento l’abitazione di uno dei tre fermati. In particolare, prima dell’evento delittuoso, il proprietario dell’abitazione recuperava un veicolo rubato sul quale poi veniva apposta una targa anch’essa risultata rubata, che poi avrebbero utilizzato per compiere la rapina. Successivamente, gli altri indagati giungevano nel “covo”, provvedevano al cambio di indumenti e, dopo aver perpetrato la rapina, tornavano a rifugiarsi nel nascondiglio per indossare nuovamente gli abiti con cui erano arrivati, in modo da far perdere le loro tracce e sottrarsi all’identificazione.

INCASTRATI DAI SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA

Dall’analisi delle immagini estrapolate dai numerosi sistemi di videosorveglianza, i carabinieri hanno constatato come gli indagati, nelle varie occasioni, abbiano agito con violenza, noncuranti dell’incolumità altrui, mettendo in atto l’azione criminale in luoghi affollati, armati di pistola o di armi bianche.

Altro elemento significativo è la continuità nel fenomeno criminoso, essendo le rapine state commesse tutte nel mese di maggio, a distanza di pochissimi giorni l’una dall’altra, fatto che testimonia la volontà dei complici di ambire ad una continua e spasmodica ricerca di un profitto illecito, giustificando anche la violenza con cui commettevano i reati.

Attraverso l’acquisizione delle numerose immagini dei sistemi di video-sorveglianza pubblici e privati, è stato possibile seguire passo dopo passo le attività messe in atto dai tre rapinatori e pervenire alla loro identificazione, nonostante gli stessi avevano sistematicamente utilizzato accortezze per cercare di eludere ai controlli.

ALLARME SOCIALE

Il fermo dei tre indagati, grazie al contributo offerto dall’Arma dei Carabinieri, sotto la costante direzione della Procura di Napoli Nord, ha permesso di porre un freno al fenomeno delle rapine agli uffici postali, istituti di credito ed esercizi pubblici. Questo fenomeno che negli ultimi mesi era diventato una vera e propria piaga sociale, creando un sentito e grave allarme sociale tra i cittadini nell’hinterland napoletano e in tutta la provincia di Caserta.

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