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Covid, in Campania 320 mila dosi del vaccino già a gennaio: al via il piano

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Dopo l’annuncio di Pfizer delle ottime performance del proprio vaccino anti covid, è partita la corsa all’accaparramento del farmaco. La stima del 95 percento di efficacia sarà valutata dalle autorità sanitarie prima della distribuzione, ma in Italia e nel resto dei Paesi colpiti dalla pandemia è partita la corsa ai rifornimenti. Saranno 340mila le dosi che la Campania riceverà già nel mese di gennaio. Il primo blocco servirà ad immunizzare il personale medico impegnato nella lotta al virus e i soggetti maggiormente a rischio.

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“Ieri abbiamo cominciato a lavorare sull’organizzazione di vaccini. In Campania dovrebbero arrivare 340mila dosi per il primo blocco. Si tratta di un vaccino a doppio richiamo quindi vaccineremo tra un mese e mezzo circa 170mila persone. Saranno operatori sanitari e delle RSA”. Lo ha afferma Antonio Postiglione, coordinatore del settore medico dell’Unità di Crisi della Regione Campania. “Il piano organizzativo relativo a questa prima fase sarà chiuso oggi. Ci saranno hub vaccinali, stiamo valutando le sedi”.

Successivamente toccherà al resto della popolazione che ne farà richiesta. A meno di un anno dalla dichiarazione di “pandemia” da parte dell’Oms, il vaccino sarà distribuito in tempi record. Per contrastare il covid, sono diversi i vaccini che stanno dando risultati incoraggianti: una notizia che fa ben sperare in un lento ritorno alla normalità.

Vaccino covid: medici divisi

Non solo vaccini americani, ma anche “nostrani”. «Se come spero il vaccino di Astrazeneca arriverà al Sacco farò da volontario». Il professor Massimo Galli si schiera a favore della vaccinazione anti-Covid, all’indomani delle polemiche scaturite dall’uscita, poi in parte ritrattata, del virologo Andrea Crisanti. Galli si dice favorevole al vaccino e, parlando del collega e professore dell’Università di Padova, spiega: «Se lo conosco un po’, penso viva la mia stessa insofferenza verso i troppi annunci e i pochi dati pubblicati».

«Se dobbiamo dare un’opinione da medici attualmente non sappiamo su che base farlo», chiarisce Galli. «Peccato se poi da una reazione di questo tipo uno viene definito no vax. Semplicemente dobbiamo saperne di più». L’attesa è sui dati dunque, per una soluzione che secondo Galli potrà arrivare in modo definitivo non prima del prossimo anno. «Servono dati e non date» ha ribadito, «i tempi dipendono da quelli, nel mentre bisogna evitare fughe in avanti ed estendere il più possibile tracciamento, tamponi e test salivari».

 
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