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Vaiolo delle scimmie, 3 casi in Italia. Gli esperti dello Spallanzani: “La trasmissione tra uomini avviene così”

Vaiolo delle scimmie, 3 casi in Italia. Gli esperti dello Spallanzani La trasmissione tra uomini avviene così
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Oggi all’istituto Spallanzani è stata indetta una conferenza stampa per fornire maggiori indicazioni sul vaiolo delle scimmie. Il direttore generale Francesco Vaia ha dato notizie rassicuranti: “Il primo messaggio da dare è nessun allarme, ma attenzione. Abbiamo tre pazienti positivi al vaiolo delle scimmie, il virus sarà isolato a inizio settimana. Sono ricoverate 3 persone per virus del vaiolo delle scimmie. Si tratta di 3 giovani uomini che non hanno avuto contatti tra di loro, però, 2 di loro riportano recente viaggio alle Canarie dove è stato recente segnalato un caso di questa malattia“.

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TRASMISSIONE DA UOMO A UOMO, L’ESPERTO DELLO SPALLANZANI

Il vaiolo delle scimmie non si può definire ancora strettamente come una malattia a trasmissione sessuale. Il contagio avviene attraverso contatti stretti, come i rapporti sessuali che però non sono gli unici contatti stretti possibili. Eviterei quindi di identificare questa malattia come una malattia a trasmissione sessuale al momento, e soprattutto di identificare la popolazione di uomini che fanno sesso con uomini come portatori di questa malattia. No allo stigma: questa malattia va ancora compresa perché siamo di fronte a un’ondata nuova, diversa da come l’abbiamo storicamente conosciuta nei decenni precedenti”, ha dichiarato Andrea Antinori, direttore dell’Unità Immunodeficienze virali dello Spallanzani. Precisando poi “Stiamo studiando e facendo ricerche per capire se il virus è contenuto nello sperma”.

La trasmissione da uomo a uomo – continua Antinori – caratterizza buona parte dei casi segnalati in Europa recentemente. Era considerata abbastanza rara, ma ora è relativamente comune in questi focolai europei, anche i casi italiani confermano la tendenza già vista in altri Paesi europei”.

VAIOLO DELLE SCIMMIE, LE CONDIZIONI DEI RICOVERATI ALLO SPALLANZANI

Le tre persone sono in discrete condizioni di salute, una ha presentato una febbre di breve durata e tutte hanno un ingrossamento di ghiandole linfatiche che appaiono dolenti e la comparsa di piccole pustole localizzato. Queste persone sono trattate con una terapia sintomatica presso lo Spallanzani dove sono disponibili farmaci antivirali che potrebbero essere impiegati in via sperimentale, qualora, si rendesse necessaria una terapia specifica. Per la prossima settimana il nostro laboratorio di virologia prevede di isolare il virus che ha colpito questi cittadini. La disponibilità di un isolato virale renderà possibile eseguire una serie di indagini sperimentali. In particolare si potrà studiare se nel sangue di persone che sono state vaccinate contro il vaiolo che hanno più di 50 anni, sono presenti anticorpi che neutralizzano il virus e cellule immunitarie in grado di attaccare. L’isolamento virale permetterà di eseguire test per la diagnosi sierologica”, ha dichiarato Vaia.

L’ANNUNCIO DELLA REGIONE LAZIO

“Ho appena ricevuto notizia dal SERESMI (Servizio Regionale per la Sorveglianza delle Malattie Infettive) che anche gli altri due casi sospetti, correlati al caso zero italiano, sono stati confermati. Pertanto, salgono a 3 i casi di vaiolo da scimmie tutti presi in carico dall’INMI Spallanzani. Ho aggiornato il Ministro della Salute Roberto Speranza sull’evoluzione della situazione”, ha scritto stamattina su Facebook l’assessore della Regione Lazio, Alessio Amato.

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