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Vanella Grassi, la Cassazione ‘salva’ il ras Guidi: è il cognato del reggente del clan

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Tutto da rifare per Ciro Guidi, esponente della Vanella Grassi (fazione di San Pietro a Patierno) ma soprattutto cognato di Vincenzo Grimaldi ‘bombolone’, uno dei tre capi del ‘mostro a tre teste’ divenuto nel tempo il gruppo originario del centro storico di Secondigliano. Guidi inizialmente sfuggì al maxi blitz che tre anni fa circa decapitò il gruppo: fece perdere le proprie tracce scappando in Svizzera dove poi fu fermato ed estradato in Italia. In appello Guidi, che poteva già beneficiare dei domiciliari, aveva ottenuto una condanna a 9 anni e quattro mesi (a Guidi veniva contestato il reato di associazione camorristica, droga e associazione finalizzata al traffico di droga). La Cassazione, accogliendo l’istanza del legale di Guidi, l’avvocato Michele Caiafa (che aveva evidenziato discrepanze sull’aumento del calcolo degli anni in continuazione )ha dunque annullato rinviando il tutto ad un nuovo giudizio d’appello.

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Il blitz contro la Vanella Grassi nel luglio 2020

Guidi era destinatario di ordinanza nel maxi blitz del luglio del 2020 eseguito dagli uomini della squadra mobile e del commissariato di Scampia. Le accuse contro il gruppo, allora guidato da tre reggenti, poggiavano su un cospicuo numero di intercettazioni telefoniche e soprattutto ambientali e servizi di videoripresa in carcere nelle occasioni in cui Salvatore Petriccione consegnava i “pizzini” all’affiliato andato a colloquio con lui. Agli indagati vennero contestati i reati di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di stupefacenti fino all’ estorsione aggravata e al porto e alla detenzione di armi.

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