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Victoria Cabello si racconta: “Sono zitella e senza figli ma felice, meglio sola che avere a che fare con casi umani”

Victoria Cabello si racconta: "Sono zitella e senza figli ma felice, meglio sola che avere a che fare con casi umani"
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Victoria Cabello si racconta a ‘Vanity Fair‘ e parla della sua famiglia queer: “Ho sempre avuto una visione molto aperta rispetto al mondo e alle persone: adesso si parla molto di inclusione e di diversity, ma io le ho sempre praticate a mia insaputa“.

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Il racconto di Victoria Cabello 

La presentatrice nata a Londra 48 anni fa si è raccontata parlando del suo rapporto con inclusività e diversity. “Posso dire che io una queer family l’ho avuta da sempre: come diceva D’Agostino, sono gay dalla vita in su. Sono le persone dalle quali traggo più ispirazione” dice la Cabello.

Da giovanissima. Ho sempre avuto una visione molto aperta rispetto al mondo e alle persone: adesso si parla molto di inclusione e di diversity, ma io le ho sempre praticate a mia insaputa. I diritti sono fondamentali e per tutti, non ho mai fatto distinzione in base all’orientamento sessuale e alla provenienza. Valuto le persone per quelle che sono, anche nel gruppo di lavoro: avere avuto molti autori gay per me è stato un vanto, anche quando me lo facevano notare gli esterni” continua poi Victoria Cabello.

È stata la ragazza pestifera della televisione. Da Mtv a Le iene (quando nel 2003 alla Mostra di Venezia si presentò dall’incredulo George Clooney scapolone con velo da sposa e non c’era ancora Amal all’orizzonte), Victor VictoriaQuelli che il calcio, al festival di Sanremo (edizione del 2006 con Giorgio Panariello e Ilary Blasi) e X FactorVictoria Cabello, con la sua frangetta e l’aria di chi non si ferma davanti a niente, ha giocato sempre con l’ironia.

Poi una lunga pausa, la battaglia contro la malattia di Lyme e il ritorno. Prima a Pechino express “che mi ha fatto capire che potevo farcela, mi sono sentita sicura. Sono felice che Costantino (della Gherardesca) mi abbia offerto di partecipare” e adesso, dal 23 maggio, col nuovo programma Viaggi pazzeschi, insieme al complice Paride Vitale, amico di una vita.

“Alcuni sono incredibili, in altri viaggi ci siamo trovati in situazioni al limite del surreale”, racconta Cabello, 48 anni, anche coautrice dl programma, “è successo di tutto. E se ce l’abbiamo fatta noi, lo possono fare tutti. Abbiamo scoperto posti che non avremmo visto in una vita intera”. Tappe: Helsinki, Parigi, Berlino, Madrid, Marrakech e Liverpool. Al motto di “vale tutto” gli italiani che abitano in queste città, “ovvero i local, ci hanno fatto sperimentare esperienze che mai nella vita avremmo pensato di provare”.

 

 

Si è buttata di nuovo, ma è stato Pechino express a darle coraggio?
“Ero spaventatissima quando sono partita. Pensavo: ‘Chissà se sono guarita abbastanza’, viaggiare in condizioni estreme è un’esperienza difficile dal punto di vista fisico a psicologico. Poi a Pechino entri in gara e hai voglia di arrivare al traguardo, diciamo le cose come stanno, diventi una carogna. Adesso sto da Dio, tutte le paure che ti vengono sono sparite, viaggiare è stata la mia cura. Pechino mi ha dato la forza e il coraggio di credere in me stessa, sono stata molto felice di aver partecipato e grata a Costa che me l’ha chiesto. Ho retto bene ma la cosa che ho pensato, a bocce ferme, è stata che avevo ritrovato la Vicky degli esordi”.

 

 

In che senso?
“Nel senso che mi sentivo meno sotto pressione. Quando la gente si aspetta gli ascolti, i risultati, è diverso. Ti affacci alla tv generalista e inizi ad avere più sollecitazioni, senti una grande responsabilità. A Mtv era tutto molto più spontaneo, anche improvvisato, divertente. E anche stavolta, con Viaggi pazzeschi, mi è sembrato di ripartire, quando stai fuori per un po’ vedi le cose in modo diverso”.

Com’è stato tornare in pista?
“Un po’ come il Gioco dell’oca, ricominci. Ho un pubblico di persone straordinarie che mi ha aspettato per anni e sentire l’affetto è una cosa bellissima. Mi sono sentita libera di cazzeggiare e divertirmi. Un’esperienza come Viaggi pazzeschi mi mancava, era quello che volevo”.

 

 

Cosa voleva?
“Ritrovare la vecchia Vicky. Inconsciamente avevo voglia di fare qualcosa che mi mettesse in gioco e non  fosse la solita cosa, il solito programma di interviste ad esempio. Amo l’intrattenimento, è il mio pane, mi diverte da sempre. Pechino express mi ha regalato tantissimo in termini di esperienza, mi ha arricchito, volevo godermi quella cosa lì. E con Viaggi pazzeschi, l’abbiamo ritrovata grazie ai local, agli italiani che vivono all’estero. Stavolta abbiamo due lire in tasca, giriamo con un furgone, dormiamo in albergo. Ma grazie ai local viviamo avventure a dir poco bizzarre”.

Le interviste senza rete a Victor Victoria, John Travolta che le massaggia i piedi a Sanremo, non si fermava davanti a nessuno.
“Era divertente. Se penso a Travolta… Avevo un problema, un fungo al dito del piede ed ero terrorizzata che massaggiandomi potesse saltare l’unghia. E in quel momento era il mio unico pensiero”.

L’ironia è stata la tua arma, sempre, anche a X Factor e a Sanremo. Non sente la mancanza di uno show?
“Penso che questa trasmissione di Banijay, nonostante sia un format di viaggi, sia un grande show. Mi ci ritrovo molto. Come faccio di solito quando mi sposto da un programma all’altro, penso anche a Quelli che il calcio, cerco di portare me stessa. Credo che a livello di esperienze, anche matte, il modo in cui è confezionato Viaggi pazzeschi abbia il mio marchio. Ho lavorato sul montaggio, le grafiche, sul titolo, ho voluto dargli la mia impronta e il mio stile. Io e Paride siamo una coppia di fatto, ci divertiamo così anche nella vita, abbiamo vissuto avventure tragicomiche di ogni tipo”.

Sono abbastanza folli anche i completi che indossa.
“Certo. Cresci, cambi gusti, però secondo me al giorno d’oggi, tempi in cui l’immagine cattura e costruisce, ci voleva un tocco speciale. Ho lavorato con Michele Potenza, un bravissimo stylist che mi ha mi ha assecondato ed è abbastanza folle nel gusto. Si è divertito anche lui. Certi capi li disegna pensando: questi qua non li metterà mai nessuno”.

E invece…
“Ho persino una giacca gonfiabile che sembrava un canotto, fantastica”.

Le è mancata la televisione o stava bene comunque?
“La verità è che ho avuto la possibilità di vederla con il giusto distacco. Mi sono fermata per molto tempo, e vedere la televisione ai tempi dei social è molto diverso. Quando guardo la tv che mi interessa, il festival di Sanremo o la Gialappa’s, che ha debuttato con grande successo su Tv8, oggi per me vuol dire seguirla su Twitter o su Instagram. Capire come partecipa il mondo social e come si è integrato all’interno di certi meccanismi televisivi è un fenomeno che mi ha incuriosito. Il battesimo è stato con Pechino express”.

È impavida, si può anche scatenare l’inferno, lo sa?
“I social hanno il bello e il brutto. Ho avuto la fortuna di avere un mondo social che mi ha accolto e sostenuto pur essendo una boomer e mi diverto come una pazza. A volte hanno anche ragione. Ho studiato e analizzato la questione, oggi un programma non può prescindere dai social, bisogna trovare una giusta modalità per presentarti. Anche quello per me è un bell’esperimento. Come quando facevo Victor Victoria. Mi era molto chiara la forza e l’importanza dei giornali ma anche dell’online, il fatto di finire nelle homepage dà una vita altra al programma, ho sempre ragionato in termini social. Le cose ‘spillolabili’, i video con i momenti clou, allungano la vita a uno show. Lo dico subito: Viaggi pazzeschi offrirà molti spunti”.

 

 

Ha una comicità tutta sua, è un po’ l’erede delle protagoniste della Tv delle ragazze. Perché secondo lei sono scomparse certe trasmissioni?
“Sono nata e cresciuta con La tv delle ragazze, da piccola la guardavo ed ero completamente innamorata di quel tipo di televisione, di attrici come Carla Signoris e Angela Finocchiaro che ironizzavano sul mondo femminile. Fantastiche. Non so perché quel tipo di trasmissioni che danno la possibiltà di esprimersi non esistono più. Ma guardare lo show della Gialappa’s e vedere il modo in cui lavorano sui comici – in un modo speciale che è solo loro – mi ha rallegrato. Sono felice che ci sia uno spazio con tantissimi personaggi interessanti. Ma mi era piaciuto anche Lol con il Mago Forest, penso di non aver mai riso così tanto. Ho trovato Lillo strepitoso”.

 

 

La vita privata come va?
“Non mi definisco neanche più single: ormai sono ufficialmente zitella. Ho 48 anni, vivo col mio adorato cane, Silvano, sto bene nella mia solitudine. Non mi fa paura per niente. Ho tantissimi amici, giro, non escludo di cambiare idea se poi dovesse arrivare qualcuno, ma deve valerne la pena. O sei un valore aggiunto o non mi interessa. Siccome mi basto, e non ho l’ansia di avere qualcuno, basta soffrire. Voglio una persona con cui stare bene, divertirmi e vivere serena. Se devo combattere con un fidanzato, no grazie. Si cercano solo persone stimolanti e divertenti, là fuori è una giungla: i migliori, se non sono sul mercato, qualche fortunata se li è già presi. Pazienza”.

La sua vicinanza al mondo queer ha fatto si che il suo ‘Quelli Che il calcio‘ fosse seguitissimo dalla comunità Lgbtq+: “È stato un grande risultato portare a un programma Rai così famoso un pubblico nuovo: sono molto orgogliosa di esserci riuscita” commenta Victoria. Parla poi di una delle protagoniste dei suoi show: Virginia Raffaele. Quest’ultima è stata infatti una delle “esordienti” nei suoi programmi.

“Il mio talento è forse quello di capire il potenziale di una persona”

Dopo Victor Victoria è arrivata a Quelli che il calcio con Simona Ventura, ma l’esplosione l’ha avuta quando sono arrivata io: sapevo come sfruttare al meglio le sue qualità, mi sono battuta affinché lei e Ubaldo Pantani non facessero solo i collegamenti ma intervenissero anche in studio. Io e gli autori, poi, abbiamo anche insistito sulla scelta dei suoi personaggi: da Belén alla Minetti. Sono una grande fan di Serena Dandini, che ha scoperto e lanciato tantissimi talenti: io non credo di averli scoperti, ma senza dubbio li ho valorizzati. Il mio talento forse è capire il potenziale di una persona e cercare di darle luce. Mi spiace che nelle interviste di Virginia sembra che non abbia mai lavorato con me” dice.

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