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Vino pericoloso per la salute, 9 arresti tra S. Antimo ed il Casertano: 8 aziende coinvolte

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Zucchero straniero commercializzato in Veneto, Puglia, Sicilia e Campania e utilizzato per la sofisticazione di prodotti come il vino, mosto e succo d’uva. Il commercio illecito aveva come base operativa Sant’Antimo.

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I PROVVEDIMENTI

Oggi gli agenti della Finanza di Caserta, in collaborazione con l’ispettorato repressione frodi e del Ministero delle politiche Agricole, hanno eseguito quattro arresti domiciliari e cinque obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria. Nove misure cautelari emesse dunque dal giudice del Tribunale di Napoli nord a carico di un’associazione a delinquere che smerciava abusivamente su scala nazionale cospicue partite di zucchero. Sono stati sequestrati beni per 12 milioni di euro sparsi in Veneto, Sicilia, Puglia e Campania.

LE INDAGINI

Le indagini hanno evidenziato la presenza di una solida società criminale, in azione oltre i confini nazionali, operante indebitamente sul mercato vitivinicolo, potendo contare su una fitta rete di collaboratori e imprese dislocate in Campania, Puglia, Sicilia e Veneto. Svariati i capi d’accusa nei confronti di trentasei persone indagate per i reati di associazione a delinquete, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio.

SINGOLI E IMPRESE COINVOLTI

Come riportato da ‘Edizione Caserta’, sono stati condotti agli arresti domiciliari: Santo Aimone, 64 anni, Sant’Antimo; Vincenzo Morrone, 30 anni, Sant’Antimo; Fabio Michele, 53 anni, Mason Vicentino (VI); Michele Galotta, 44 anni, Quadrelle (AV).

Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria: Giovanni Andrea Aimone, 40 anni, Sant’Antimo; Giovanni Aimone, 33 anni, Sant’Antimo; Vincenzo Bevilacqua, 39 anni, Capaccio (SA); Ilario Antonio De Pirro, 50 anni, Nardò (LE); Antonio Rocco, 64 anni, Taviano (LE).

Le imprese complici: Cib Industry, Lequile (LE); Adriatica Vini Corato (BA); Agrisalento Copertino (LE); Sidritaly, Pastorano; Gruppo AM, Sant’Antimo-Carinaro; Il Burrino, Aversa; I nostri sapori, Melito; Vallovin, Mazara del Vallo (TP).

 

 

MECCANISMI D’AZIONE

L’organizzazione criminale in questione si riforniva di ingenti quantità di saccarosio di provenienza estera (Croazia, Isole Mauritius, Serbia e Slovenia) che venivano trasferite in una società con sede nella provincia di Napoli e luogo di esercizio a Carinaro attraverso l’interposizione fittizia di imprese nazionali formalmente attive ma non operative di fatto, inoltre inadempienti agli obblighi fiscali. In questa maniera l’organizzazione illegale ha per molto tempo immesso sul mercato zucchero in evasione di imposta a prezzi competitivi e convenienti per gli imprenditori vitivinicoli. Gli impresari compravano senza fattura partite di zucchero non acquistabili stando alla normativa nazionale e comunitaria, che vieta loro la detenzione di sostanze dolcificanti e il loro impiego negli opifici.

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