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Violenze nel carcere di Santa Maria C. V.: «Ora mia moglie prende psicofarmaci»

carcere di Santa Maria Capua Vetere
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“Da quando sono usciti i video mia moglie non vive più, prende psicofarmaci. Nostro figlio ci ha detto di non essere stato picchiato il 6 aprile, ma non ci crediamo. Forse aveva e ha ancora paura”. C’erano anche i genitori di alcuni detenuti del Reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), oggi, alla conferenza stampa della garante provinciale dei detenuti Emanuela Belcuore che si è tenuta oggi nella sede della Provincia di Caserta.

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L’unico miglioramento, ha aggiunto l’uomo, “è la visita di una psicologa, dopo due anni che mio figlio è in cella finalmente è arrivato un psicologo che ha voluto ascoltarlo”.

“Ci vuole più attenzione per i detenuti – incalza l’anziana madre di un recluso – anche perché sono esseri umani. Al carcere di Santa Maria Capua Vetere non funziona nulla. Anche le mail inviate dagli avvocati lette sempre in ritardo”.

La Belcuore durante l’incontro ha parlato dei disagi che ancora stanno vivendo i carcerati dopo gli arresti scattati lo scorso 28 giugno in relazione ai pestaggi del 6 aprile 2020.

“Il giorno prima dell’arrivo di Draghi e della Cartabia – spiega – hanno detto ai detenuti di pulire, le celle, i muri e i battiscopa, poi il giorno dopo la visita è saltata la corrente, così internet, rendendo più difficile dialogare con i detenuti. E ciò sta avvenendo dal 28 giugno”.

 

 

C’erano anche i genitori di alcuni detenuti del Reparto Nilo del carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), oggi, alla conferenza stampa della garante provinciale dei detenuti Emanuela Belcuore che si è tenuta oggi nella sede della Provincia di Caserta.

 

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