Da lunedì la Sicilia diventerà nuovamente gialla. Si tratta della prima regione a farlo dopo il passaggio in bianco dell’intera Penisola avvenuto a giugno, inaugurando con buona probabilità una – si spera breve – catena di cambi di fascia. L’Isola infatti, salvo repentini cambi di situazione, potrebbe essere seguita già dalla prima settimana di settembre anche da Calabria e Sardegna. A sancire la “bocciatura” com’è noto, sono l’incidenza (soglia massima consentita per il bianco è 50 casi per 100mila abitanti) e i tassi di ospedalizzazione (al massimo il 10 per cento dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 15 per cento nei reparti ordinari), ma dati alla mano c’è evidentemente un ulteriore fattore ad incidere: le vaccinazioni.
Zona gialla, dopo la Sicilia in bilico Calabria e Sardegna
La Sicilia infatti, che vede le terapie intensive occupate all’11 per cento e i reparti ordinari al 20 per cento, è la regione che ha il maggior numero di non immunizzati del Paese. No-vax e ni-vax sono al momento il 35,9 per cento, più di un cittadino su tre, contro una media nazionale del 28,9 per cento e un “record” pugliese del 25,3 per cento. E non a caso, come hanno più volte spiegato sia i medici isolani che l’assessore alla Salute Razza, «i reparti sono pieni di persone non vaccinate». Se poi consideriamo che l’Isola non vanta certo un sistema sanitario tra i più efficienti del Paese e che in questi mesi estivi è stata meta di viaggio di milioni di persone, il suo destino del suo approdo in fascia gialla era tutto sommato segnato