Home Varie Emergenza Covid a Napoli, parla l’esperto “Subito zona rossa e lockdown”

Emergenza Covid a Napoli, parla l’esperto “Subito zona rossa e lockdown”

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Lockdown e zona rossa a Napoli. Non è un’ordinanza regionale e tantomeno una disposizione governativa, ma il pensiero di Walter Ricciardi, membro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza.

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Napoli zona rossa

Napoli in zona rossa già 2-3 settimane fa. Ci sono delle decisioni che devono essere prese proporzionatamente. Le Regioni sono totalmente libere di modulare in maniera più forte gli interventi a seconda della loro realtà, che conoscono meglio di tutti. Sicuramente, dal punto di vista normativo”, il governatore della Campania Vincenzo De Luca può chiudere Napoli. Nel senso che un presidente di Regione può prendere delle misure più restrittive nel momento in cui constata che ci sia la necessità”.

Ricciardi: “Lockdown nel capoluogo partenopeo”

“Napoli – continua Ricciardi – presenta tutta una serie di rischi importanti e va fatto un lockdown per cui si evitano le scene di affollamenti visti sul lungomare, in cui sembra una situazione normale perché molti interpretano la zona gialla come un ‘liberi tutti’. E nel frattempo si dà fiato a quegli ospedali in cui succedono cose veramente incredibili. Persone che vengono assistite fuori dal pronto soccorso nelle loro macchine con l’ossigeno”, cita Ricciardi come esempio. “Sono scene da guerra e questo non deve succedere ovviamente in una zona gialla. Se non è una zona rossa quella in cui succedono queste cose, qual è la zona rossa?”.

Ricciardi: “Napoli zona rossa? I colleghi non ce la fanno più”

“Sulla necessità di una zona rossa per Napoli, sono sicuro – conclude l’esperto – perché i dati arrivano dai colleghi che sono in trincea e mi dicono che non ce la fanno più. Quindi qualche misura va fatta in quest’area metropolitana, innanzitutto limitando la circolazione con più intensità e poi rafforzando gli ospedali eventualmente con mobilità di personale da una provincia all’altra. Ma io credo che nel futuro vedremo mobilità di medici e infermieri da una regione all’altra, perché alcune si sono preparate di più e altre invece sono sempre più sfornite. Anche perché quello che sta succedendo è che molti infermieri e medici si stanno contagiando”.

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