MELITO: IN MANETTE IL NIPOTE DEL BOSS AMATO, LA FOLLA AGGREDISCE I CARABINIERI

Calci, pugni e minacce di morte, contro i carabinieri che cercano di arrestare il nipote del boss. E’ successo a Melito nel popolare rione 219, dove i militari sono stati circondati da una folla inferocita. I fatti nel pomeriggio di ieri, al corso Europa un posto di blocco, messo in atto dai carabinieri della tenenza di Sant’Antimo. Una Fiat Bravo, con a bordo tre uomini, non si ferma all’alt dei militari e continua la sua corsa. Scatta subito l’inseguimento tra i passanti increduli. Via per le vie del centro e dei vicini comuni di Sant’Antino e Giugliano. Traffico paralizzato e panico tra gli automobilisti. La folle corsa si ferma nel rione 219 di Melito, dove ad attendere la pattuglia della tenenza di Sant’Antimo e equipaggi del radiomobile di Giugliano una folta folla inferocita. I tre scendono dall’auto e cercano di far perdere le loro tracce tra la gente. Ma i militari riescono a fermarne due, mentre il terzo e ancora ricercato. Francesco Ferro, 23 anni, già noto alle forze dell’ordine e Raffaele Amato, 18 anni, nipote e omonimo del boss degli scissionisti dei Di Lauro e anche lui volto già noto alle forze dell’ordine. Mentre i militari cercano di ammanettarli e portarli via, calci, spintoni e minacce continuano ad arrivare da un gruppo di persone avvertite telefonicamente dai balordi durante l’inseguimento. Un maresciallo e un carabiniere sono stati medicati per contusioni multiple guaribili in 2 giorni. L’accusa per i due arrestati sono di lesioni, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e minaccia commessa avvalendosi delle condizioni di associazione per delinquere di tipo mafioso. Portati prima in caserma e poi al carcere di Poggioreale sono in attesa di presentarsi innanzi al giudice per le indagini preliminari.