giovedì, Luglio 17, 2025
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OPERA NOMADI SU ERGASTOLO HADZOVIC: «SBAGLIATO CRIMINALIZZARE UN POPOLO»

La condanna all’ergastolo inflitta al rom bosniaco Franko Hadzovic (nella foto) 35 anni, per la morte di Piera Calanna, 52 anni, investita in retromarcia da due individui che si erano introdotti all’interno della Fiat Punto della figlia, per derubarla, fa discutere l’associazione ‘Opera nomadi’. “I colpevoli devono pagare, su questo non c’è dubbio – afferma Tanjo Gioino (nel riquadro) – quindi se Franco Hadzovic è colpevole è giusto che paghi. Da parte della nostra associazione, anzi, c’è piena solidarietà con la famiglia della vittima – chiarisce Gioino – . Se i familiari adesso nutrono odio verso il colpevole non posso non capirli. Attenzione però a non commettere l’errore di colpevolizzare un popolo intero, i criminali non debbono macchiare la dignità di uomini di tutti i propri connazionali. Detto questo, io penso che non si tratti di omicidio volontario, avendo conosciuto il giovane Franco, ma le mie parole contano poco. Franco è un giovane rom, con quattro piccole bambine, un giovane difficile, spericolato forse, forse anche infantile. Credo che si sia trattato di un tragico incidente durante il tentativo di furto dell’auto di Piera Calanna. Si poteva configurare un omicidio colposo – afferma l’esponente di ‘Opera Nomadi’ – per il quale era giusto che Franco Hadzovic pagasse, anche il massimo della pena, di dodici anni. Naturalmente i magistrati che hanno deciso per l’ergastolo hanno pensato, ed avranno le loro ragioni, che si trattasse di altro. Io non voglio in nessun modo giustificare Franco. Ha fatto una cosa terribile, anche se avesse peccato soltanto di non pensare che le sue azioni potevano causare la morte di una donna e il dolore dei suoi familiari. Se fosse capitata a me una cosa del genere probabilmente avrei nutrito tanto odio da desiderare di farmi vendetta da solo. Ma per quanto capisco l’emotività di un singolo, non credo che lo Stato debba operare in base alle pulsioni degli individui. E con questo dico solo che la certezza della pena non debba tramutarsi in un eccesso, facendo scontare ad un giovane altre colpe che non ha. Casomai per dimostrare alla pubblica opinione che lo Stato ha il pugno duro con i Rom, quel popolo così contraddittorio, così odiato, quasi per buttare acqua sul fuoco dell’odio razziale. E certamente Franco non ha la colpa di aver voluto uccidere. L’ergastolo significa che non pagherà mai il suo delitto – chiosa Gioino – non uscirà mai cambiato dalla galera, non potrà mai dire alle sue bambine di aver sbagliato, di aver pagato e di essere cambiato”. L’episodio avvenne in via Vicinale Amodio a Giugliano, in provincia di Napoli, il 16 maggio 2007. La sentenza è stata emessa pochi giorni fa dalla quinta sezione della Corte di Assise (presidente Adriana Pangia) che ha accolto le richieste dei pm Michele Fini e Gloria Sanseverino. L’imputato e’ stato riconosciuto responsabile di omicidio volontario e rapina. L’uomo, che era alloggiato nel campo rom di Giugliano, fu riconosciuto dalla figlia della vittima, mentre il complice non e’ stato mai individuato.