Niente bandiera blu. Prima c’era stato lo scandalo della chiusura dei lidi per gli abusi edilizi, ora arrivano i dati diffusi dall’Arpac che inseriscono i duemila 456 metri di Giugliano tra i tratti di costa non idonei alla balneazione. Una situazione diffusa in quasi tutto il napoletano, ma che qui disegna una prospettiva triste per l’economia del litorale. Una volta riaperti cinque dei sette lidi sotto sequestro, la situazione non è migliorata. A dare l’affondo era già stata l’enorme quantità di liquami scaricati in mare a fine giugno, in seguito allo sciopero degli addetti del depuratore di Cuma: pestilenza e colore scuro avevano già dirottato altrove i pendolari del mare. Ora, la mazzata dei dati sull’inquinamento. Disagi su disagi, che mettono in ginocchio gli imprenditori turistici di Giugliano. «Siamo al tracollo – dice Adolfo Masullo, operatore Fiba – Questa stagione è cominciata male e va avanti così nonostante il nostro tratto di costa sia quello meno inquinato. Non ci aiutano nemmeno le condizioni atmosferiche». I dati diffusi dalla Regione, basati sulle analisi svolte dall’Arpac, fanno emergere una situazione allarmante. Denunciano ritardi e mancanza di controlli dal cartello di associazioni «Costa dei sogni», nato per riportare la bandierina blu sul litorale. «Si tratta di un disastro annunciato: chi doveva ascoltare non ha ascoltato – dice il legale Gaetano Montefusco – La Regione è intervenuta solo dopo il disastro ed ha aspettato la Procura, mentre bastava essere più attenti prima e prevenire l’emergenza». Non sorprende, quindi, che il Comune di Giugliano abbia scelto Ischia come meta della colonia estiva per 105 bimbi, tra luglio e agosto.
Tonia Limatola
Il Mattino il 10/07/09
Bacoli, mare pulito ma resta il ticket nel fine settimana
Mare balneabile con sedimenti privi di agenti batterici lungo la costa, pedaggio d’accesso al lungomare nei weekend e in agosto per un periodo continuato dal 10 al 23. Il commissario prefettizio Umberto Cimmino, su proposta del comandante della polizia municipale, Marialba Leone, ha adottato una delibera che ribadisce l’applicazione del ticket nella Ztl di Miseno e Miliscola. I non residenti che raggiungono con l’auto il lungomare pagano 5 euro il sabato e la domenica (fino al primo weekend di settembre) e nei giorni di maggiore afflusso a cavallo del Ferragosto. Per i contravventori multa da 78 euro. Ciclomotori e motorini saranno invece bloccati ai due check-point, presidiati non più da guardie giurate ma da vigili urbani. La decisione segue una valutazione dei dati statistici raccolti dalla polizia municipale: dal 2003, l’anno in cui l’ex sindaco Antonio Coppola ha introdotto il provvedimento, si è registrata una diminuzione della microcriminalità del 70 per cento. L’obiettivo perseguito «regolamentare l’afflusso dei veicoli che nei fine settimana superano le 7mila unità e ridurre l’inquinamento atmosferico grazie ad una tassa prevista dalla legge». E sono potenziati anche i controlli di sera per impedire i rave party sulle spiagge di Miseno e Miliscola: una task force di polizia municipale, carabinieri e polizia accerterà la guida in stato di ebbrezza e l’utilizzo di stupefacenti. Intanto resta alta l’attenzione anche per lo stato di salute di mare e litorale. Il monitoraggio dell’Arpac del 2 luglio – in 7 punti della costa tra Bacoli e Monte di Procida – ha riconfermato l’assenza di colibatteri ed agenti chimici inquinanti: gli esiti analitici rientrano nei parametri previsti. Resta come sempre il divieto sui tratti di costa Spiaggia Romana-Colonia Vescovile e Spiaggia Romana-Lido Fusaro. E Assobalneari Campania aderente al sistema Federturismo Confindustria «chiede la divulgazione della balneabilità a Bacoli, Monte di Procida, Lucrino, Arco Felice e Pozzuoli». «Le spiagge sono vuote con una ripercussione sul comparto turistico ed il suo indotto, messo già a dura prova dalla crisi economica», afferma Emiliano Esposito di Assobalneari. Contro l’ultimo scempio un presidio permanente all’esterno del depuratore di Cuma nel prossimo weekend: dalle 8 di sabato alle 23 di domenica associazioni e cittadini si raduneranno all’esterno dell’impianto di Licola. Si reclama alla Regione «la chiusura del sito per disastro ambientale, procedure penali per i responsabili e l’avvio di lavori di ammodernamento dell’impianto». «In attesa di un generale riassetto funzionale dell’impianto di depurazione di Cuma, la Provincia di Napoli ha presentato, in una riunione tenutasi in prefettura, le proprie proposte per migliorare, da subito, le condizioni del mare dell’area domizio-flegrea». È quanto affermato dal presidente della Provincia Luigi Cesaro. È inoltre stato auspicato il ripristino della fase di stabilizzazione dei fanghi prodotti a valle del trattamento dei reflui.
Patrizia Capuano
Il Mattino il 10/07/09