giovedì, Luglio 17, 2025
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Clan Ranucci: 4 arresti per l’omicidio Ronga

Il fratello veniva sbeffeggiato da un uomo vicino al clan Puca e lui, uscito da appena tre giorni dal carcere, non esito’ a far fuoco contro Vittorio Ronga di anni 56, uccidendolo sul colpo. Dopo sette mesi i carabinieri della compagnia di Giugliano hanno fatto chiarezza su quel delitto, facendo emergere il movente e ritrovando l’arma del delitto. I militari, al termine di una lunga indagine condotta dagli uomini della tenenza di Sant’Antimo hanno notificato quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Massimo Raia, di 33 anni, del fratello Emanuele di 21, di Dora Esposito, di 24 e di Anna Perfetto di 19, compagne rispettivamente di Massimo ed Emanuele Raia. I militari hanno bloccato in Germania Emanuele Raia e la sua compagna. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal capitano Alessandro Andrei, la mattina del 10 agosto dello scorso anno, Vittorio Ronga fu affrontato dai fratelli Massimo ed Emanuele Raia. Massimo era uscito dal carcere da appena tre giorni, dopo aver scontato una pena di 5 anni per rapina. Ma a lui non andava giu’ che suo fratello Emanuele venisse sbeffeggiato per strada da Vittorio Ronga, ritenuto dagli investigatori vicino al clan Puca. Le due donne, invece, secondo gli investigatori, avrebbero custodito l’arma del delitto. I carabinieri per mesi hanno seguito i movimenti di Massimo Raia che, nel frattempo, si era rifugiato sul litorale Domiziano a Mondragone. A novembre scorso e’ stato gia’ arrestato per il possesso di un’arma, e per resistenza a pubblico ufficiale. Suo fratello Emanuele, invece, con la sua compagna, si era trasferito in Germania, nel tentativo vano di far perdere le tracce.


Secondo la ricostruzione del pentito, Giuseppe Storace,
per uccidere Vittorio Ronga fu chiesta «l’autorizzazione a procedere» al clan Ranucci; a concederla, dopo lunghe trattative, fu una donna: Anna Ranucci, sorella del defunto boss Geremia, che era peraltro cognata della vittima. Presunta istigatrice dell’omicidio, Anna Ranucci rimproverò poi il killer perchè questi aveva sparato davanti a un gruppo di bambini, spaventandoli. Emergono particolari agghiaccianti dai verbali agli atti dell’inchiesta dei pm Marco Del Gaudio e Paolo Itri sull’omicidio avvenuto lo scorso 10 agosto a Sant’Antimo (Napoli). Ecco il racconto del collaboratore di giustizia Giuseppe Storace: ”Massimo Raia venne scarcerato l’8 agosto 2009 e venne a Sant’Antimo, dove lo incontrai unitamente a mia suocera, Anna Ranucci. Manifestò l’intenzione di vendicare suo fratello Emanuele, che era stato picchiato da Vittorio due giorni prima. Per tale motivo fu felice di avere l’autorizzazione a procedere. Anna Ranucci disse al Raia (il quale originariamente aveva unicamente intenzione di gambizzare Ronga) che era invece necessario ucciderlo. Data la fama di killer del Ronga, infatti, ove egli non fosse stato ucciso subito, tutti noi Ranucci avremmo dovuto scomparire da Sant’Antimo perche’ lui era in grado di vendicarsi. Con queste parole convinse pertanto il Raia a commettere l’omicidio e a non fermarsi a una semplice gambizzazione. Voglio aggiungere che, dopo l’omicidio, Ranucci Anna si lamentò delle modalità con le quali il delitto era stato commesso, perchè Raia aveva realizzato l’omicidio dinanzi a molti bambini, tra i quali anche il figlio della vittima, di poco più di dieci anni, che era rimasto scioccato”.


Alcune settimane dopo l’omicidio, Massimo Raia
fu vittima di una spedizione punitiva della quale faceva parte anche la vedova di Vittorio Ronga, Antonietta Guarino, che impugnava una pistola. L’abitazione nella quale il giovane si trovava fu accerchiata; Raia uscì sul balcone impugnando una mitraglietta e riuscì a disperdere la folla, ma di lì a poco dovette lasciare Sant’Antimo. Massimo Raia venne fortemente biasimato dai suoi stessi familiari. Ecco alcuni brani di una telefonata tra la suocera del giovane, Antonietta Roviello, e un amico di nome Enzo. Questi, addirittura, si augura che anche Raia venga ucciso: ”Non gli dare retta, ormai, il guaio è il suo. Prega la Madonna che lo uccidano! Così starai in grazia di Dio”. La donna e’ preoccupata: ”Hai capito? Questa è la paura mia. Lui si accanisce addosso a noi”. L’amico insiste: ”Ma che si accanisce! Quello, può essere che lo tolgono di mezzo e subito si spiccia! E stai in grazia col Padre eterno! Prega la Madonna che muoia solo! Se quello muore, si salvano quattro famiglie!”. La suocera conclude, amareggiata: ”Comunque hai capito quante famiglie ha distrutto quest’uomo?”.(Ansa).