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Tir giù dal viadotto, muore l’autista

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CARDITO, INCIDENTE SULL’ASSE MEDIANO



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di MARCO DI CATERINO



È piombato tra le case da circa trenta metri di altezza ieri mattina pochi minuti prima delle nove dopo aver sfondato le fragili barriere di uno dei tanti tratti in sopraelevata dell’Asse mediano a Cardito. E solo il caso ha evitato che il tir, un enorme Fiat 190 da 50 tonnellate utilizzato per il trasporto di pietrisco, caduto all’ingresso di una autofficina di via Prima Traversa Enrico Fermi, provocasse una strage. Panico tra gli abitanti della zona. L’autista, Vincenzo Noviello, 48 anni, di Mugnano, dipendente della ditta Coltrapas di Benevento, è morto all’interno della cabina di guida.
Lo sventurato era ancora vivo quando è stato soccorso dai meccanici di una vicina officina e dagli abitanti della zona ed ha avuto la forza di chiedere aiuto. Persino quando sono arrivati i vigili del fuoco del discaccamento di Napoli, coordinati dal funzionario, l’architetto Paolo Cernicchiara, dava ancora debolissimi segni di vita. Ma non ce l’ha fatta.
La polizia che sta svolgendo le indagini, cerca ora di stabilire le cause dell’incidente. Secondo alcune testimonianze il camionista sarebbe stato costretto a una brusca sterzata per evitare lo scontro con un automobilista che gli aveva tagliato la strada. Ma non è escluso che l’uomo possa anche essere stato colto da un improvviso malore che gli ha fatto perdere il controllo del pesanrte mezzo che, così, ha sfonmdato la rete di protezione ed è precipitato.
Il tir ha letteralmente schiacciato la parte anteriore di una Y 10, dalla quale pochi secondi prima era sceso il conducente che era entrato in officina. Il grosso automezzo ha provocato sul punto dell’impatto un cratere largo circa tre metri e profondo un metro circa. L’officina è stata dichiarata pericolante e fatta sgomberare.
L’incidente ha scatenato in tutta la zona un’ondata di paura e proteste. «Quelle barriere sull’Asse mediano sono così deboli che non fermerebbero nemmeno le zanzare, figuriamoci i camion», dice Rosa, che abita proprio accanto all’officina sulla quale si è abbattuto il tir. «Il rumore e le vibrazioni del traffico sjull’asse mediano – continua – fanno tremare tutta la casa e abbiamo paura che possa accadere, in ogni momento, quello che ora è sotto gli occhi di tutti».
C’è aria di mobilitazione. In molti sostengono che i tratti in sopraelevata non siano protetti a sufficienza contro il rischio sfondamento, e minacciano il blocco della strada e una denuncia alla magistratura. «Se proprio non vogliono rafforzare le protezioni – conclude Rosa – allora facessero scattare il divieto di transito per i mezzi pesanti. Provate a immaginare cosa fosse accaduto se il tir era carico di pietre e se cadeva a solo due metri più in là…».




IL MATTINO 13 NOVEMBRE 2003

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