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sabato, Luglio 5, 2025
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Preso a Villaricca il boss del Vomero e Arenella

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Antonio Caiazzo, di 53 anni, storico capo del clan operante nei quartieri Vomero ed Arenella, si nascondeva in un appartamento a Villaricca. Nella giornata di ieri dopo una laboriosa attività di indagine, coordinata dalla locale DDA, gli agenti della Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Napoli gli hanno stretto le manette ai polsi. Con lui Salvatore Pellecchia, pregiudicato di 42 anni, anch’egli inserito nel clan, perché responsabile di favoreggiamento personale, la sua posizione è al vaglio degli inquirenti. Il boss dei quartieri della Napoli bene non ha opposto resistenza e si è fatto ammanettare. E’ stato trovato in possesso di un documento d’identificazione falso, e secondo quanto riportato dalla nota stampa della polizia, per questo motivo gli viene contestato anche l’art 397 c.p. aggravato dall’art.7 circostanza aggravata d’aver agito con metodo mafioso.
Attualmente Antonio Caiazzo, è l’indiscusso capo clan camorristico che agisce principalmente nei quartieri del Vomero, dell’Arenella e dei Camaldoli e che, non disdegna di allargare il suo raggio d’azione verso la periferia a nord di Napoli ed i paesi immediatamente confinanti forte, soprattutto, così come accennato, dell’alleanza con il potente clan Polverino, facente capo a Giuseppe Polverino detto O’ barone, attualmente pur latitante.


Antinio Caiazzo latitante e storico capo indiscusso.
era inserito nell’elenco dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia, latitante da 8 mesi, a seguito di scarcerazione per un vizio di forma nella procedura di estradizione, attivata dopo il suo arresto, avvenuto in Spagna nel dicembre del 2008. L’uomo risulta destinatario di un’ ordinanza di custodia cautelare in carcere, estesa in ambito internazionale, a seguito di condanna in primo grado a 26 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ed estorsione.
Risulta, inoltre, destinatario di altri provvedimenti minori.
I poliziotti, infatti, hanno arrestato l’uomo perché destinatario anche di un ordine di esecuzione, emesso dalla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Ascoli Piceno, per il quale dovrà scontare 7 mesi di reclusione perché responsabile di danneggiamento.
Lo stesso, oltre ad aver a suo carico numerosi precedenti penali, già affiliato al clan camorristico “Alfano” facente capo a Giovanni Alfano, agli inizi degli anni 90, a seguito di un riassetto interno, formava un proprio gruppo criminale e grazie ai legami di amicizia con il clan “Polverino” operante a Marano di Napoli, ingaggiava una vera e propria guerra proprio con il clan camorristico promosso da Giovanni Alfano.
Nel corso del conflitto, si registravano agguati che culminavano con la morte di numerosi affiliati in seno sia alla “nuova” che alla “originaria” consorteria criminale.
Uscito vincente da questa faida, Caiazzo, di fatto, scacciava Alfano dal territorio il quale, con pochi fedelissimi, si spostava fisicamente nella zona della “Torretta”.
La cruenta faida ebbe il suo apice nella primavera del 1997, allorquando, nel corso di un raid omicida, fu erroneamente uccisa Silvia Ruotolo.
Le dichiarazioni di Rosario Privato, divenuto collaboratore di giustizia, portarono quindi all’arresto dell’Alfano spianando, di fatto, la strada al Caiazzo il quale, unitamente ad un altro emergente e suo alleato nella faida, Luigi Cimmino , divenne gestore delle illecite attività nella zona dell’Arenella e del Vomero.
L’ulteriore scissione interna che vedeva, questa volta, contrapporsi Caiazzo al Cimmino, oltre a provocare un ulteriore e cruenta faida dava oggettiva conferma all’attuale operatività del clan.

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