GIUGLIANO. Si riuniranno mercoledì prossimo per fare il punto della situazione sugli interventi di bonifica del litorale. I sindaci dell’area domizio-flegrea scendono in campo contro il degrado. E annunciano la formazione di un tavolo tecnico permanente che monitorizzi il risanamento delle acque marine. «Basta con l’inquinamento del mare», dicono in coro Francesco Taglialatela (primo cittadino di Giugliano), Vincenzo Figliolia (Pozzuoli), Pasquale Salatiello (Quarto) e Antonio Scanzone (Castelvolturno). I sindaci si dicono pronti ad «un’azione congiunta per il disinquinamento del mare e per la deviazione degli scarichi al depuratore di Cuma». Proprio il depuratore è al centro del primo incontro: mercoledì 14 aprile si parlerà del project financing per l’ammodernamento del discusso impianto. «Si è aperta una concertazione tra le varie forze in campo– dicono Figliolia e Taglialatela-. Stiamo lavorando per discutere con i vertici regionali intorno alla proposta di realizzare una condotta sottomarina, fortemente voluta dagli operatori del settore».
Nel mirino di amministratori, ambientalisti e balneari i tre canali che sversano lungo il litorale domizio: il Canale degli Abruzzesi, l’Alveo dei Camaldoli e l’Alveo di Quarto. Sulla carta raccolgono acque pluviali e di falda, in realtà rastrellano i liquami di centinaia di scarichi fognari abusivi. E poi ci sono loro, i mercanti di rifiuti. Arrivano di notte e sversano abusivamente i carichi degli espurghi privati: le autobotti usano cioè i tre canali per smaltire illegalmente i liquami di abitazioni, fabbriche e cantieri. A guadagnarci sono in tanti. In primis, le ditte che devono disfarsi di quei rifiuti, e che pagano solo una parte del costo di smaltimento. E le società che quei rifiuti devono smaltirli, che risparmiano sui costi per i trattamenti (mai eseguiti) e si sobbarcano le sole spese del trasporto. Succede così che il colore del mare cambi a seconda degli scarichi: nero, marrone, addirittura rosso.
Nei giorni scorsi gli operatori balneari, a causa dell’inquinamento delle acque, avevano minacciato la sospensione del pagamento del canone per lo smaltimento dei liquami fognari. «Paghiamo un servizio che non esiste. Il mare è inquinato già alla foce di Cuma. Occorrono interventi urgenti prima della prossima estate», ribadiscono i gestori dei lidi estivi, che hanno registrato un calo progressivo delle presenze nelle ultime stagioni turistiche.
«La soluzione – spiega Gaetano Montefusco, legale dell’associazione ambientalista “Costa dei sogni” – sarebbe realizzare una condotta sottomarina che porti gli scarichi lontano dalla costa, ad una profondità dove, per gli effetti termoclimatici, le acque si depurano per effetto naturale. Questo progetto, oltre ad essere compatibile sul piano ambientale, ha il vantaggio di avere costi di realizzazione meno elevati rispetto ad altre soluzioni».
UF. IL MATTINO 11 APRILE 2004