Sale la tensione in vista del consiglio comunale monotematico previsto per stasera, nella sala auditorium della scuola Italo Calvino di Via Bologna, a pochi metri di distanza dalla discarica di Cava Riconta, dove la Sapna intende costruire un impianto per il trattamento di 500 metri cubi di percolato al giorno, un impianto 10 volte più grande di quello in funzione fino a qualche mese fa, poi dismesso. Si annunciano scintille, visto che la sede è stata scelta per permettere ai cittadini del posto di partecipare in massa. Dopo l’annuncio dell’amministratore unico della Sapna di voler partecipare all’incontro “per spiegare le ragione che hanno spinto la società a presentare il progetto per l’ampliamento dell’impianto”, è stato chiesta una massiccia presenza di forze dell’ordine: carabinieri, polizia, agenti della municipale e perfino della protezione civile. Il Comune dal canto suo vuole far capire ai cittadini del posto che intende fare sul serio e di non voler lasciare nulla al caso. Per l’occasione ha nominato un legale che si occuperà di presentare ricorso al Tar e un esperto che lo affiancherà. Si tratta dell’avvocato Abbamonte e dell’ing. De Martinis, nomi già circolati nelle scorse settimane. L’Ente di Corso Vittorio Emanuele cavalca il diritto sancito nella Legge 87/2007 che vieta la costruzione di nuovi impianti per il trattamento finale dei rifiuti, intorno alla discarica di Cava Riconta, in assenza di una bonifica. Dal canto suo la Sapna ha già fatto sapere che – a loro avviso – quella legge non si applica per il progetto in essere. Saranno i magistrati a decidere se quella legge è applicabile o meno. Intanto sia La Regione che l’Asl e l’Arpac hanno espresso parere favorevole. Il Comune sembra sicuro di poter contrastare il progetto con la strategia che sta mettendo a punto. Stasera le verranno scoperte le carte.
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