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venerdì, Luglio 4, 2025
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Marano. Bertini prevede ‘ferie amare’ per Liccardo & Co.

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Liccardo è di nuovo sulla graticola, posizionato tra due fuochi: da un lato i “diguidiani” che premono per l’azzeramento della giunta, dall’altro l’ex sindaco Bertini che chiede le sue dimissioni per «manifesta incapacità». Il tutto avviene mentre la città si trova in piena emergenza rifiuti e l’approvazione del Bilancio incombe. Quella di martedì si annuncia già come un’assise di fuoco, dove sarà discussa la mozione di censura nei confronti del sindaco (presentata da Bertini), occasione per i “dissidenti” «di decidere da che parte stanno». L’ex sindaco di Marano, intervistato da InterNapoli.it, spiega i motivi per cui Liccardo dovrebbe dimettersi e quali errori – a suo avviso – sarebbero stati commessi in questi primi due anni di governo.

Perchè ha presentato una mozione di censura nei confronti del sindaco?
La decisione è scaturita subito dopo le dimissioni dell’ex segretario Brunella Asfaldo, avrei voluto presentare una mozione di sfiducia, ma servivano almeno 10 firme e il Partito Democratico non ha voluto sostenerla, affermando che “non era il momento”. Nel frattempo Di Guida (Antonio, ndr) è tornato all’attacco, scatenando contro Liccardo la sua ira attraverso i tre fedelissimi (la presidente Di Guida, Pellecchia e Catuogno), più altri tre consiglieri di maggioranza “insoddisfatti” (Sansone, Ricciardiello e Tagliaferri). In queste settimane abbiamo assistito ad uno scontro in maggioranza senza precedenti. Liccardo ha combinato già troppi guai, prima va a casa e meglio è per tutti. Martedì in aula, i sei consiglieri dissidenti, dovranno decidere da che parte stare.

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La mozione non è vincolante. Liccardo non verrebbe sfiduciato…
E’ vero, ma sarebbe una “sberla” politica durissima, un’espressione di dissenso formale che non passerebbe di certo inosservata.

Perchè secondo lei Di Guida mina periodicamente la stabilità della maggioranza?
Tonino (Antonio Di Guida, ndr) ormai non ha più nessun incarico politico, tutto ciò che gli resta sono i tre consiglieri che può ancora esprimere in consiglio comunale. E’ evidente che cerca di portare Liccardo dalla sua parte, per garantirsi qualche vantaggio, qualcosa che sperava di ottenere ma che ancora non è riuscito a guadagnarsi e quindi ogni pretesto è buono per attaccarlo: quale migliore occasione se non quella del Bilancio? E non sarebbe la prima volta.

Lei pensa che il sindaco riuscirà a superare questo scoglio?
Liccardo è stanco e deteriorato. Se non si dimesso fino ad ora è perché ha ancora un po’ di amor proprio, ma anche “per non darla vinta a Bertini”. In questi due anni ha creato gravi danni e alcune delle sue scelte saranno determinanti per il fallimento dell’ente.

Si spieghi: quali sarebbero i danni creati da Liccardo?
Quando la sua amministrazione si è insediata, il Comune di Marano era in uno stato di disavanzo “importante”, ma non dichiarato, per cui aveva ancora libertà nella gestione del personale e delle risorse. Lui e Longoni nel 2013, hanno caldeggiato una dichiarazione di disavanzo pari a 32 milioni di euro, oltre ad aver vincolato 19 milioni di euro per tutelare i mutui e la cassa, senza pagare nessun debito, ma indebitandosi per pagarli. Tutto questo ha scatenato una serie di eventi che stanno determinando il fallimento dell’ente.

Quali sarebbero gli eventi che secondo lei porteranno al fallimento?
La dichiarazioni del disavanzo ha ingessato l’ente, producendo automaticamente il blocco delle assunzioni, cosa che ha generato una fuga di dirigenti e dipendenti, con una riduzione del 50% dell’apparto, che non può essere reintegrato. Il Comune quindi si sta man mano svuotando e l’amministrazione non può fare nulla per impedirlo. Non ha nemmeno i mezzi per emettere i ruoli dell’acqua, si tratta di circa 9 milioni di euro, già diventati “crediti di dubbia esigibilità”, che rischiano di volatilizzarsi. Lo stesso sindaco ha più volte affermato di non avere personale sufficiente per questo lavoro. Tra gli effetti provocati dal disavanzo c’è anche la mancanza di risorse per far funzionare i servizi, anche quelli essenziali, che costringe l’amministrazione ad aumentare le tasse o a tagliare ulteriormente le spese. Tra non molto sarà tutto finito e la città si troverà nel baratro.

Cosa avrebbe fatto lei al posto suo?
Io, sindaco ai tempi di Liccardo, avrei risanato le finanze, ma domani, sindaco dopo Liccardo, so di non avere nessuna chance.

Concretamente, cosa bisognava fare secondo lei?
Se avessero atteso a dichiarare il disavanzo, oggi avrebbero più libertà di manovra e l’Ente non si ritroverebbe con un segretario comunale costretto a dirigere l’Ufficio Tecnico. Avrebbe evitato l’esodo di dipendenti e dirigenti verso altri comuni e avrebbe ancora uomini per mandare avanti la macchina comunale, risorse per fare investimenti e per fornire servizi ai cittadini, senza necessariamente alzare le tasse o ridurre le spese. L’unica cosa che bisognava fare, perché lo prevede la legge, era il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, come stanno facendo quasi tutti i comuni, senza condannare l’ente ad una morte lenta e sofferta.

Riuscirà Liccardo ad approvare il Bilancio?
Tutto dipende dall’esito della crisi di maggioranza e anche se i dissidenti dovessero ricucire lo strappo con Liccardo, siamo già in netto ritardo: Tasi, Tari, IUC, addizionale Irpef, Piano Finanziario per la gestione dei rifiuti e altri provvedimenti propedeutici all’approvazione del documento economico-finanziario non sono stati ancora approvati. Alcuni saranno discussi martedì, ma altri non sono neanche in calendario. Se il Bilancio non verrà approvato entro il 30 luglio, scatterà la diffida del Prefetto che presumibilmente arriverà intorno al 5 agosto, dopodichè entro 20 giorni dovrà essere approvato (pena lo scioglimento anticipato dell’amministrazione) e si arriva al massimo al 25 agosto, prevedo ferie amare per Liccardo & co.

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