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AVVERTIMENTO A SALVATORE SPERANZA, CONDANNA PER IL BOSS
Qualiano, la sentenza. Stangato Pianese e il cognato D’Alterio


QUALIANO. Sette anni di carcere a testa per il boss Nicola Pianese e suo cognato Domenico D’Alterio. Li ha decisi la quinta sezione penale del Tribunale di Napoli (presidente Spagna) al termine del processo di primo grado che vede i due pregiudicati imputati per lesioni e detenzione illegale di armi da guerra. Secondo il pm Aldo Fragliasso della Direzione Distrettuale Antimafia, furono Pianese (alias «‘o mussuto») e D’Alterio (alias «‘o mucione») ad organizzare l’avvertimento al pentito Salvatore Speranza («‘o sergente») il 21 gennaio del 1993. In quella data un commando armato assaltò l’appartamento di Speranza, in via Filzi a Qualiano, esplodendo oltre quaranta colpi di kalashnikov contro le finestre blindate: alcune schegge ferirono la moglie del «sergente», Antonietta Castellone, e sua figlia Marianna Puca di appena sette anni. Per il Tribunale, furono Pianese e D’Alterio ad organizzare la spedizione punitiva. Il motivo dell’agguato è presto detto. Secondo il pm «tra Speranza e Pianese non correvano buoni rapporti», e questo perché «o’ sergente» intralciava le mire espansionistiche del boss emergente. E fu proprio quell’avvertimento, assieme ad altri omicidi, a costringere Speranza a chiudersi nel suo bunker fino al «pentimento». Per il pm, a decidere l’agguato del ’93 fu Nicola Pianese in persona e questo perché «è impensabile che un’azione dimostrativa di quella portata sia stata eseguita senza che il capoclan ne fosse informato e senza che ne desse la sua autorizzazione».



UF – IL MATTINO 26 MARZO 2005