giovedì, Luglio 17, 2025
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Vigile urbano ammazzato, l’ombra del clan Sarno: s’indaga nella vita privata

Più passano le ore e più il mistero si infittisce. Le indagini sull’omicidio di Manlio Barometro – il sottufficiale in servizio presso il giudice di pace di Napoli assassinato come un boss a Ponticelli – percorrono sentieri tortuosi e continuano a riservare colpi di scena. Certezze poche, dubbi tanti. Di sicuro il delitto si incasella in una matrice camorristica. Su questo ci sono ormai pochi dubbi. Ma quando si apre questo capitolo, allora il rischio di perdersi nei mille rivoli di un quadro frammentato e complesso è reale.E le difficoltà aumentano soprattutto se il contesto ambientale è quello che porta a Ponticelli, teatro di una feroce faida che offre molteplici spunti di lettura. Uno di questi riguarda la «pulizia interna» imposta dalle cosche oggi egemoni sul territorio nei confronti di ciò che resta della famiglia Sarno, oggi relegata a un ruolo secondario sullo scenario delinquenziale dopo il pentimento della maggioranza di boss e gregari.

Questa traccia non può non essere presa in considerazione. Per questo – e al di là delle notizie diffuse ieri sul presunto coinvolgimento di Barometro in una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli su un giro di estorsioni nel Giuglianese – adesso gli investigatori passano ai raggi x i rapporti che il vigile avrebbe avuto con personaggi legati ai Sarno e ancora attivi e operativi in attività sporche.

A cominciare dal racket. E qui abbandoniamo le certezze per entrare nel campo minato delle ipotesi. La vera domanda resta quella del primo giorno: chi era in realtà Mariolino Barometro? E, anche al di là del fatto che risultava indagato in un’inchiesta di camorra a Giugliano, chi frequentava a Ponticelli? Il sospetto cresce col passar delle ore. E si fa strada a un’ipotesi agghiacciante: che a ordinare il suo omicidio possano essere stati gli stessi camorristi che proprio a Ponticelli hanno deciso di terrorizzare chiunque sia vicino a ciò che resta del clan Sarno.

di Giuseppe Crimaldi, il Mattino.it