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In moto con il casco schiacciato da un Tir
Diciassettenne travolto e ucciso mentre va a scuola


NAPOLI. Questa è la tragica storia di Pietro Capasso morto a diciassette anni sull’asfalto di uno svincolo autostradale di San Giovanni a Teduccio. Questa è la storia della drammatica fine di un ragazzino che amava la vita, la scuola, i compagni. Di uno studente sempre pronto al sorriso il cui cuore ha cessato di battere alle 7,20 di una bella giornata di sole di autunno inoltrato. Andava a scuola Pietro Capasso, con lo zainetto sulle spalle e il casco allacciato come tutti i bravi ragazzi che assecondano i consigli dei genitori e sono rispettosi delle regole. Era partito da casa, in un palazzo di rione popolare di Ponticelli, in via Prota Giurleo. Aveva salutato con un bacio la mamma, aveva inforcato il suo Piaggio Liberty 50 ed era partito verso il centro. Doveva raggiungere Pianura dove frequentava il primo anno delle superiori. La sua corsa, però, si è fermata sotto le ruote di un grosso autosnodato che gli hanno strappato via il casco e lo hanno ucciso sul colpo. Il conducente del mezzo, alla vista del giovane corpo martoriato è stato colto da malore e trasportato in ospedale. Per Pietro non c’era proprio nulla da fare, il tir lo aveva letteralmente dilaniato. Un attimo dopo il traffico è rimasto paralizzato. Per ore migliaia di auto sono rimaste incolonnate, intrappolate in una serpente di vetture lungo dieci chilometri. Solo alle 10,30 la polizia stradale del distaccamento di Angri, dopo i rilievi del caso, ha riavviato la circolazione. Teatro del tragico incidente lo svincolo autostradale in prossimità del varco Bausan del porto. Ma come è stato generato l’incidente mortale? Di chi la responsabilità? Sulla dinamica del tragico impatto lavorano i periti della Polizia Stradale che, per il momento, non si sbilanciano. Sta di fatto che il ciclomotore, essendo 50 di cilindrata, non sarebbe potuto circolare sullo svincolo. Nell’incidente, oltre al motorino e al camion sono rimaste coinvolte – ma molto marginalmente – anche due auto. Sul posto sono giunti anche agenti della Polizia Muncipale del locale distaccamento. L’incidente, come detto, ha avuto gravi ripercussioni sul traffico veicolare: gli automezzi provenienti dall’autostrada «Napoli-Salerno» e dal raccordo per le autostrade A1 e A16 e diretti nell’area portuale sono stati dirottati all’uscita di San Giovanni a Teduccio. Questa la prima ricostruzione dell’incidente. Pietro, che come detto, aveva il capo protetto dal casco (che era allacciato regolarmente) viaggiava in sella a un Piaggio Liberty 50. Proveniva da via Argine, era diretto verso il centro cittadino. Erano le 7,20. All’improvviso il giovane centauro è stato spinto contro il guard-rail dal camion che di lì a qualche frazione di secondo lo ha messo sotto. Gli ingranaggi delle grosse ruote del mezzo avevano strappato via il casco dalla testa dello studente. Il corpo del giovane – che era stato coperto da un lenzuolo – è stato rimosso dopo che il magistrato inquirente che coordina le indagini per la sua morte ha dato l’ok dalla Procura. Ed è stato trasferito presso l’obitorio dove verrà eseguito l’esame necroscopico i cui risultati aiuteranno gli inquirenti a ricostruire meglio la dinamica del tragico impatto mortale. Solo nel pomeriggio gli agenti della polizia stradale (sulla vicenda indagano gli uomini del distaccamento di Angri, in provincia di Salerno, competenti su tutto l’A3) hanno lasciato il luogo dell’incidente. Dopo l’autopsia il corpo di Pietro verrà restituito alla famiglia che potrà partecipare al rito funebre che verrà celebrato presso la chiesa di Santa Croce a Ponticelli.


MARISA LA PENNA – IL MATTINO 5 NOVEMBRE 2005