Non dev’essere stato un periodo semplice per Diletta Leotta. La giovane conduttrice di Sky Sport, bella da morire e esaltata dal pubblico maschile, qualche mese fa è stata vittima di un hacker e le sue foto osé hanno fatto il giro dei Whatsapp di mezza Italia. “Ero a casa, da sola. Da cosa ho capito che la situazione era grave? Dal mio telefonino. Non la smetteva di squillare: chiamate, messaggi, WhatsApp, videochiamate. Ho dovuto tenerlo spento per giorni. Ci tengo a specificare che solo cinque o sei foto mi appartenevano. Le altre, i video, gli audio che ho visto girare: tutti finti”, racconta a Martina Pennisi sul Corriere della Sera.
Poi? “Dopo mezz’ora sono andata alla Polizia postale e il mio agente ha contattato Facebook e Twitter. Si sono attivati subito, ma la rimozione non è immediata. E non dimentichiamo che non tutti hanno modo di rivolgersi direttamente ai social. Siamo nel 2016, servirebbe una legge che faccia sentire le persone sicure. E consapevolezza in merito al fatto che far circolare foto private di qualcuno è reato”.
La giornalista ha reagito con forza:
“Non ho pianto. Ho tirato fuori una forza che non credevo di avere. Dopo tre giorni sì, ho ceduto […] Quelle foto non le vedevo da anni, sono di quelle che fai senza un senso e magari cancelli subito. Non le definirei nemmeno sexy, erano giocose, riguardandole mi sono anche un po’ vergognata. Mi sono resa conto che facevano parte di un mio archivio privato, non sono molto pratica di queste cose. Qualcuno deve averle cercate intenzionalmente forzando il mio profilo iCloud […] Non ci si rende conto del potere che ha l’invio di un’immagine. Ci tengo però a dire alle ragazze o ai ragazzi a cui è accaduta una cosa del genere che non bisogna sentirsi in colpa. Bisogna reagire ed essere lucidi. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con la sua vita, il suo privato, la sua intimità e il suo telefonino”.