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Prima i conti del clan ora quelli con la giustizia, Peppe ‘o polpaccio stanato dopo 20 giorni di latitanza

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Con l’arresto di Giuseppe Cipressa, stanato ieri mattina a Recale, in provincia di Caserta, si può considerare chiusa l’operazione che ha tagliato il lato affaristico degli Amato-Pagano. Il clan operante tra Melito e Mugnano nel corso del blitz del 26 gennaio scorso ha subito un forte contraccolpo, forse quello più duro dopo gli arresti di Lello Amato e Cesare Pagano, operazione nella quale lo stesso Cipressa riuscì a sottrarsi all’arresto. Caiazza, Mauriello e i fratelli Caiazza, finiti in manette nell’operazione tra Afragola, Melito e Scampia, hanno occupato il ruolo di capi piazza a Melito tra il 2015 e il 2016, agli ordini della donna boss Rosaria Pagano, considerata la mente del clan dopo l’incarcerazione dei due capi famiglia. Zia Rosaria, così come era conosciuta, si è circondata di persone fidate e tra queste c’era anche lo stesso Giuseppe Cipressa, detto ‘o polpaccio’ e diventato, dopo la sua scarcerazione dopo aver scontato 9 anni di reclusione, il contabile degli affari del clan, prima alle dipendenze di Pietro Caiazza, poi a quelle di Ciro Mauriello.

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