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ASSOLTI IN APPELLO I FRATELLI MALLARDO
Giugliano: guerra tra clan, il verdetto di Milano


GIUGLIANO. Non passa la richiesta di condanna per i vertici della cosiddetta Nuova Famiglia, la cupola malavitosa che ha sconfitto la Nco di Raffaele Cutolo e ha governato Napoli per almeno due decenni: la seconda sezione della Corte d’Assise del Tribunale di Milano ha cancellato l’ergastolo inflitto in primo grado a carico di Giuseppe Mallardo, ritenuto ai vertici dell’omonimo clan radicato alle porte di Napoli, tra Giugliano e le rampe dell’asse mediano. Difeso dal penalista Michele Cerabona, Giuseppe Mallardo sfugge così a una condanna che avrebbe ipotecato ogni possibilità di lasciare la cella nei prossimi anni della sua vita. Un anno fa era stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di Carlo Biino il dieci gennaio del 1991, a Milano, nel corso dello stesso conflitto in cui è maturato il delitto di Roberto Cutolo, ucciso nel comune di Tradate, nel Milanese. Ma Giuseppe Mallardo, boss della cosiddetta famiglia dei «Carlantonio», non lascia il carcere, dal momento che sta scontando una condanna a venti anni come esecutore del sequestro di Gianluca Grimaldi, il figlio del noto armatore rimasto per mesi prigioniero nelle mani della Nuova famiglia e rilasciato dopo il pagamento di un riscatto, soldi che serviranno a finanziare la guerra contro Cutolo sul principio degli anni Ottanta. Ma il verdetto pronunciato nel tardo pomeriggio di ieri a Milano riguarda altri presunti affiliati della presunta holding camorristica: vengono infatti assolti Francesco Mallardo (fratello di Giuseppe), difeso dal penalista napoletano Gianpaolo Schettino, per il quale il pg aveva chiesto l’ergastolo dopo l’assoluzione in primo grado; Vincenzo Guida e Umberto Fiorentino. Cala dunque il sipario su un delitto commesso quindici anni fa, per il quale sono state dichiarate infondate le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia in una seguitissima istruttoria dinanzi alla Corte d’Assise a Milano.
l.d.g. IL MATTINO 21 GENNAIO 2006






Omicidio Biino, assolti i boss Mallardo

L’AGGUATO IN UN RISTORANTE DI MILANO NEL 1991. SCAGIONATI ANCHE VINCENZO GUIDA E ALBERTO FIORENTINO. CONTRO DI LORO LE DICHIARAZIONI DEI PENTITI

La guerra a Raffaele Cutolo: Giuseppe e Francesco erano considerati i mandanti





Assolti con formula piena per non
aver commesso il fatto. I fratelli giuseppe
e Francesco Mallardo
sono stati scagionati dall’accusa di
essere i mandati di un omicidio compiuto
in un ristorante di Milano. Era
il 1991, il 10 gennaio. A morire crivellato
di colpi fu Carlo Biino, esponente
di rilievo della Nuova camorra
organizzata di Raffaele Cutolo. In primo
grado Giuseppe Mallardo, assistito
dall’avvocato Michele Cerabona,
aveva incassato l’ergastolo perché ritenuto
il vero mandante dell’assassinio.
Francesco Mallardo, difeso dall’avvocato
Giampaolo Schettino, era stato
invece assolto in primo grado dalla
prima corte d’Assise del tribunale
di Milano, ma il pubblico ministero
della Procura milanese aveva deciso
di ricorrere in Appello. Ieri la sentenza
definitiva che esclude da ogni
responsabilità i due fratelli considerati
esponenti di spicco della malavita
di Giugliano. Con loro erano imputati
anche Alberto Fiorentino e Vincenzo
Guida, entrambi condannati in
primo grado all’ergastolo. Anche per
loro è arrivata l’assoluzione ma sono
stati invece condannati per la sola associazione
camorristica il primo a 5
anni di reclusione, il secondo a sei anni.
Secondo l’accusa, Carlo Biino, fu
ucciso su decisione dei rivali della
Nuova Famiglia che intendevano riallacciare
i rapporti con il clan napoletano
di Luigi Giuliano che Biino, tra
le altre cose, aveva accoltellato. Secondo
la Procura sarebbero rientrati
nella medesima “lotta” anche gli
omicidi di Antonio Festinese ammazzato
nel gennaio del 2002 e di Antonio
Iadonisi, crivellato di colpi nel
novembre del 1995. Per questi due
reati tutti gli imputati sono già usciti
assolti in primo grado. Festinese fu
ucciso in un negozio di oreficeria,
sempre nel capoluogo lombardo, punito
con la morte perché, pur facendo
parte dello stesso gruppo, nella ricostruzione
del pm Massimo Meroni,
aveva “sgarrato” violando le regole
dello spaccio di droga.
Iadonisi fu ucciso nel novembre del
’95 perché aveva molestato un affiliato
del clan che si occupava di investire
il denaro dell’organizzazione. Gli
ultimi due omicidi erano avvenuti
nell’ambito di una lotta interna al
“clan Guida”, che costituiva, in base
alle indagini, una ramificazione lombarda
della Nco, collegata con i clan
che agivano a Napoli diretti, secondo
gli investigatori, dai fratelli Francesco
e Giuseppe Mallardo, Gennaro Licciardi
ed Edoardo Contini e alleata in
Lombardia con la “ndrangheta” di
Franco Trovato e la costola milanese
di Cosa Nostra rappresentata da Salvatore
Enea e dai fratelli Giuseppe e
Alfredo Bono.
Alberto Fiorentino, Vincenzo Guida
e Giuseppe Mallardo furono condannati
in primo grado all’ergastolo per
l’omicidio di Biino, ma assolti per gli
altri due che, quindi, rimangono senza
colpevole. Ieri è arrivata invece
l’assoluzione definitiva per tutti.


FABIO POSTIGLIONE – il roma 21 febbraio 2006