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sabato, Luglio 5, 2025
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Il gps ha incastrato D’Andò e il minorenne, ecco come è stato scoperto il duplice omicidio Ferrara-Rusciano

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Domenico D’Andó progettava da settimane, forse da mesi di sbarazzarsi dei ras del contrabbando Luigi Ferrara e Luigi Rusciano. Le indagini del commissariato della Polizia di Stato di Afragola, della Squadra Mobile di Napoli con il supporto centrale della Polizia Scientifica hanno ricostruito quei drammatici momenti anche grazie agli errori compiuti dai due giovani. Ferrara e Rusciano furono trucidati in un appartamento di Giugliano, appositamente affittato dai due ragazzi. Tentarono di difendersi in quella casa, come poi hanno dimostrato anche le ferite riportate da D’Ando’ e il 16enne, ma non ebbero scampo. Fu un’azione da macelleria. Il duplice omicidio, spiegano le Procure di Napoli e dei Minorenni, va ad inserirsi in una lotta interna ad una organizzazione specializzata nel contrabbando di sigarette di cui erano vertici Luigi Ferrara, coadiuvato dal fidato Rusciano, Pietro Caiazza ed il nipote Domenico D’Ando’. Una organizzazione che collocava in posizione parallela i due storici gruppi di camorra dell’area a nord di Napoli: Ferrara era ritenuto vicino ai Franzese (‘costola’del clan Moccia); D’Andò è invece considerato affiliato al clan Amato-Pagano sino alla scomparsa del padre Antonino, uomo di fiducia di Raffaele Amato e poi del nipote Carmine. D’Andò dopo la morte del padre si è così stabilito ad Afragola ed è entrato a far parte dell’organizzazione di Ferrare e di Caiazza, quest’ultimo esponente di spicco del clan Amato Pagano. Proprio la cattura di Caiazza, nel gennaio 2017, ha spiegato il capo della Squadra Mobile di Napoli, Luigi Rinella ha fatto saltare gli equilibri interni e ha causato una sanguinosa resa dei conti tra le due fazioni finalizzata ad assumere una posizione di egemonia nel mercato del contrabbando. Da qui il piano di D’Andó di diventare l’unico capo. Un piano che peró ha lasciato sul campo diversi errori: il gps ha ricostruito il giro delle farmacie che i due fecero dopo l’omicidio per curarsi le ferite; ha consentito di individuare il luogo dove erano stati nascosti i coltelli, le buche dove erano stati interrati i pezzi dei corpi. E poi le tracce di sangue trovate nell’appartamento di Giugliano, decisive ai fini del loro arresto.

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