L’ennesimo agguato a Miano e dintorni riaccende i riflettori su una delle periferie più ‘calde’ dal punto di vista criminale. La situazione è in pieno fermento da quando il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura ha scompaginato il clan Lo Russo, il sodalizio criminale che per trent’anni aveva retto le redini criminali del quartiere. Negli ultimi mesi, con il ridimensionamento del clan madre, tre sottogruppi hanno cercato di prendere le redini del potere. Tra questi i più agguerriti sono stati i Nappello e i Perfetto. I primi hanno subito il duplice omicidio di Carlo Nappello senior e Carlo Nappello junior, rispettivamente zio e nipote: due omicidi efferati avvenuti a pochi passi da dove sono stati repertati i bossoli esplosi questo pomeriggio. Quanto ai Perfetto un indizio del loro rinnovato ‘appetito criminale’ sul quartiere potrebbe essere dato dalla recente scarcerazione di Pasquale Angelotti, un fattoche potrebbe rafforzare l’ala degli irriducibili dei Lo Russo rimasta fedele al clan: proprio Perfetto. Angelotti insieme a Raffaele Perfetto, detto “Lelluccio musso e scigna” è sempre stato un uomo di punta del clan Lo Russo. “O cecato” è scampato alla condanna a due ergastoli, uno per il duplice omicidio all’interno di un autoambulanza del boss scissionista Salvatore Manzo del clan Stabile e del suo guarda spalle Giuseppe D’Amico (avvenuto nel 2004), e l’altro per aver partecipato all’agguato che ha causato la morte di Raffaele Calcagno.
L’agguato a Miano dove furono uccisi i Nappello, l’ombra della faida tra gli ex Lo Russo ripiomba nel quartiere
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