Il 1 febbraio 2005 verrà ricordato come uno dei giorni più cupi della prima faida di Scampia. E’ il giorno del triplice agguato contro i Ferone rimasti in quel momento fedeli ai Di Lauro: per gli inquirenti è la risposta all’omicidio Bevilacqua. A morire sono Antonio Patrizio, 25 anni, Giovanni Orabona, 23, e Giuseppe Pizzone, 24 anni. I primi due vengono trovati dai carabinieri ammanettati mentre un altro paio di manette fu trovato accanto al cadavere di Pizzone. Dopo i primi accertamenti sembrava che il triplice omicidio fosse avvenuto in un’altra zona, e che i corpi senza vita fossero stati trasportati in via Benedetto Croce, luogo del ritrovamento. Ma rilievi più accurati diedero la certezza ai carabinieri che l’agguato si era consumato nello stesso luogo dove poi furono trovati i cadaveri. Si tratta di un agguato che colpisce uno dei gruppi all’epoca ‘collaterali’ ai Di Lauro che insieme alla Vanella Grassi (comandata da Salvatore Petriccione) nella prima fase aveva deciso di rimanere insieme alla cosca di via Cupa dell’Arco.