Rosario Pezzella, consigliere comunale anziano eletto nelle fila della Margherita. Dichiaratosi indipendente pochi mesi dopo l’inizio della consiliatura Perrotta, a breve potrebbe confluire nell’Udeur.
Voci sempre più insistenti danno per imminente un suo passaggio all’Udeur. Quanto c’è di vero in queste indiscrezioni?
Da ex democristiano il passaggio nell’area politica dei Popolari-Udeur potrebbe essere uno sbocco naturale per la mia collocazione futura; il bagaglio di valori, di idee e di programmi che orbitano intorno alla tutela della famiglia con l’ancoraggio al cattolicesimo democratico può rappresentare un punto di partenza per vagliare e ponderare una mia eventuale adesione al Campanile. Per il momento, però, mi interessa osservare le scelte, i comportamenti, la linea politica della coalizione di centrosinistra che governa Marano da un osservatorio privilegiato conferitomi dal mio ruolo di consigliere indipendente.
Pur avendo riscosso il maggior numero di consensi durante l’ultima tornata elettorale (686 preferenze), con la leadership maranese della Margherita non è mai sbocciato l’amore. Come immagina il proprio futuro politico Rosario Pezzella?
Pensavo fosse amore invece era un calesse” così il compianto Massimo Troisi intitolava simpaticamente diversi anni fa un suo film di successo. Si è vero l’amore non è sbocciato ma io sicuramente il mio gesto d’amore l’ho fatto sobbarcandomi l’onere di una campagna elettorale per certi versi difficile ed agguerrita ed in un momento particolare di disaffezione e di sfiducia dei cittadini rispetto alla politica. Oggi, a distanza di un anno da quell’ esperienza che credo mi abbia arricchito molto sotto il profilo umano, culturale e pedagogico, penso che è giunto il momento di mettere da parte le polemiche e conseguentemente inviterei i colleghi consiglieri della Margherita a riflettere seriamente sul nuovo soggetto politico, soprattutto in riferimento all’identità valoriale e culturale, al riferimento al socialismo europeo, alle scelte che verranno fatte in tema di politica fiscale, di selezione delle classi dirigenti e di riforme per lo sviluppo e l’equità sociale. Quanto al mio futuro politico lo immagino in piena sintonia con la mia primaria esigenza di voler dare un valido contributo volto a realizzare i più ampi spazi di pedagogia sociale con l’obiettivo di avversare il deficit culturale e la carenza di coscienza civile che sempre di più, giorno dopo giorno, registriamo con amarezza nel nostro territorio”.
Passiamo alle recenti querelle della politica cittadina. Le opposizioni hanno aspramente criticato l’operato del presidente del Consiglio comunale, Giovanni Gala. “Non garantita la democraticità all’interno del civico consesso, questa l’accusa. Cosa ne pensa?
Sono oltremodo convinto che all’opposizione deve essere riconosciuta indiscutibilmente la possibilità di interrogare, interpellare, chiedere documenti, insomma tutto quanto è utile per consentire quel controllo che è peculiare per chi è stato scelto dal popolo in via elettiva. Peraltro qui a Marano siamo di fronte ad un dato numerico uscito dal responso elettorale che attribuisce alla minoranza solamente 8 seggi su 30: quindi, a maggior ragione, questa minoranza dovrebbe essere messa in condizione di controllare – agevolmente – l’operato della maggioranza. Personalmente sono molto preoccupato che i colleghi consiglieri di minoranza sono stati costretti ad autosospendersi ed a rivolgersi direttamente al Prefetto per rivendicare maggiori spazi e più democraticità nella gestione dei lavori consiliari; auspico che il Presidente del Consiglio Comunale voglia indire al più presto una conferenza dei capogruppo con all’ordine del giorno le questioni afferenti il corretto rapporto democratico tra maggioranza ed opposizione.
Quanto al Bilancio appena approvato, invece, condivide le preoccupazioni (espresse sempre dalla minoranza) per lo sforamento in via previsionale del Patto di stabilità?
Il mancato rispetto in sede previsionale del Patto di stabilità, così come previsto dai commi 676-695 dell’ultima legge finanziaria, comporterà inevitabilmente il ricorso ad aggiustamenti in corso d’opera per ivi centrare l’obiettivo in sede consuntiva; piuttosto, la mia preoccupazione principale è legata alla veridicità delle entrate previste nel senso che, se non entreranno effettivamente nelle casse comunali, sarà inevitabile il taglio di alcune spese e ciò potrebbe creare ulteriori disagi per le fasce sociali più deboli”.