A parte qualche crollo di calcinacci, una villetta sgomberata e una scuola, la Viviani di Posillipo, chiusa per interventi di riqualificazione, non si sono verificati danni strutturali significativi agli edifici interessati dal sisma di 4.4 di magnitudo che nella notte ha colpito l’area flegrea e la città di Napoli. Bagnoli, quartiere dove è stato individuato l’epicentro del sisma, la zona più colpita.
Undici le persone che per lievi ferite, escoriazioni o crisi di panico si sono rivolte al pronto soccorso, secondo quanto riferito dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha partecipato alla riunione del centro coordinamento soccorsi convocato dal prefetto, Michele di Bari. Durante la riunione si è deciso che sarà l’ex base Nato, dove ieri si sono riversate decine di persone con momenti di tensione con le forze dell’ordine, ad ospitare un’area di accoglienza permanente.
Intanto, questa mattina, si è svolta anche una conferenza straordinaria convocata dal direttore dell’Istituto nazionale di Geofisica, Mauro Di Vito e dalla direttrice del dipartimento Vulcani dell’Ingv, Francesca Bianca per fornire le cause dello sciame avvertito sia nella città di Napoli che nei comuni flegrei.
“Siamo scossi”. Una battuta, ma non troppo, sintetizza lo stato d’animo degli abitanti di Bagnoli dopo una nottata difficile a causa del terremoto di magnitudo 4.4 che ha lesinato case e palazzi.
Paura a Bagnoli,”ho lasciato casa, ora non ho coraggio tornarci”
“Mi sono svegliata perchè il letto ondulava, è andata avanti così per quasi trenta secondi.
Si facevano crepe nei muri. Sono scesa in strada e da allora non ho ancora avuto il coraggio di risalire”. Sono le parole di una donna di Bagnoli che con poche frasi fa capire bene come si sentono gli abitanti del quartiere di Napoli dove stanotte si è sentita più forte, ed ha fatto più danni, la scossa di magnitudo 4,4 avvenuta nel mare a pochi metri dalla costa che segna il confine tra Napoli e Pozzuoli.
“Non l’avevamo mai sentita così forte – spiega la donna, che vive da sola e che mostra come sotto al giubbotto indossi ancora la felpa del pigiama -, ero convinta che ci stavano prendendo in giro sulla forza della scossa, che non vogliono dirci quando si arriva a 5, perché a quel punto dovrebbero evacuarci ma non sanno dove portarci”. Le amiche e gli amici cercano di convincerla a salire a casa, ma la signora resta seduta sul muretto di viale Campi Flegrei. Sorride, ha ancora paura: “non me la sento ancora di andare a casa”, dice.
Vicino a lei c’è Livio, che abita nel palazzo da cui sono cadute le pietre che hanno sfondato un’auto parcheggiata, una delle istantanee-simbolo di questo sisma: “abbiamo avuto tanta paura – dice – siamo usciti ed abbiamo visto le pietre cadute.
Abbiamo pensato che fosse crollato qualcosa, ma poi abbiamo realizzato che a cadere in realtà era stato un lampione, che è attaccato all’edificio con dei cavi e si è tirato giù i calcinacci dell’intonaco”. Insomma, tanta paura a Bagnoli, e più di qualcuno pensa di andarsene. E questo già innesca delle speculazioni. “So che gli affitti a Licola, al Lago Patria – spiega Livio – prima costavano 300 euro al mese, ora siamo a 700 euro. E comunque, tante famiglie cominciano ad andare via”.