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venerdì, Luglio 4, 2025
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Adolescence, la serie fa il boom di pubblico su Netflix: “Tutti dovrebbero vederla”

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Negli ultimi tempi, è difficile accendere la TV o scorrere i social senza imbattersi in Adolescence, la serie Netflix che sta facendo discutere tutti: genitori, insegnanti, psicologi e persino politici. Un successo straordinario risalente al modo in cui la serie affronta temi cruciali per la società contemporanea.

Adolescence: la trama

La storia si apre con un evento scioccante: Jamie Miller, tredicenne apparentemente tranquillo, viene arrestato con l’accusa di aver ucciso una compagna di scuola. La polizia fa irruzione in casa sua all’alba, sotto gli occhi increduli dei genitori Eddie e Manda e della sorella Lisa

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La serie, girata nello Yorkshire, adotta uno stile di ripresa crudo e realistico. Ogni episodio dura circa un’ora e non ci sono tagli evidenti, rendendo l’esperienza ancora più immersiva. Il pubblico segue passo dopo passo la vicenda di Jamie, dalla sua prima notte in prigione all’interrogatorio con la psicologa forense Briony, fino al drammatico epilogo dell’ultima puntata.

Oltre il crimine: una riflessione sulla società e l’importanza di ascoltare gli adolescenti

Adolescence non è solo un thriller avvincente, ma anche un’analisi delle dinamiche adolescenziali e familiari. Il bullismo, la solitudine, l’influenza dei social media e le pericolose sottoculture online sono alcuni dei temi trattati. Si parla, ad esempio, del fenomeno degli Incel, uomini che attribuiscono la loro solitudine sentimentale e sessuale alla società e, nei casi estremi, sfogano il loro rancore in modo violento.

Non a caso, nel Regno Unito la serie ha suscitato un acceso dibattito politico. Il primo ministro Keir Starmer ha proposto di proiettare Adolescence nelle scuole per sensibilizzare i giovani e contrastare la mascolinità tossica. Un’iniziativa che dimostra quanto la serie sia più di un semplice prodotto d’intrattenimento: è uno strumento per comprendere le nuove generazioni.

Secondo lo psicologo Matteo Lancini, esperto di dipendenze digitali, la forza della serie sta proprio nella sua capacità di raccontare l’incomunicabilità tra adulti e ragazzi.

I giovani si rifugiano nei social perché si sentono soli e usano la rete per esprimere il loro dolore“, spiega Lancini. Adolescence ci ricorda che spesso gli adulti non sanno interpretare i segnali di disagio dei più giovani, sottovalutando l’impatto che il mondo virtuale ha sulle loro vite.

 

 

 

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