Home Cronaca Agguato e rapine, così la nuova ‘paranza’ voleva prendersi i Quartieri Spagnoli

Agguato e rapine, così la nuova ‘paranza’ voleva prendersi i Quartieri Spagnoli

Agguato e rapine, così la nuova 'paranza' voleva prendersi i Quartieri Spagnoli
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Volevano approfittare del cognome della famiglia Di Biasi per conquistare i Quartieri Spagnoli. E’ questa l’accusa mossa dalla Procura di Napoli contro la paranza di giovani che, nonostante la reclusione dei vertici del clan, voleva ritagliarsi un spazio nel mondo criminale del centro storico di Napoli. Tutto è stato impedito dalle indagini dei magistrati e dal blitz della polizia che hanno portato agli arresti di Dylan Di Biasi, Vittorio Sorriente e A.M. 

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Il 18enne, insieme agli altri indagati, ha svolto un controllo armato delle vie Vico Lungo San Matteo e Emanuele De Deo, proprio nella zona è presente anche il gruppo rivale dei Masiello. In particolare il figlio di Renato Di Biasi, storico capoclan, avrebbe anche tentato diverse rapine a mano armata nei Quartieri Spagnoli.

L’AGGUATO NELLA SALA SCOMMESSE 

Vittorio Sorriente e Dylan Di Biasi sono stati indagati per aver colpito in un agguato Vincenzo Masiello. Il ras dei Quartieri è stato ferito da un colpo di pistola, la sera del 5 novembre del 2022, in una sala scommesse situata in via De Deo così come è stato registrato dalle telecamere di sorveglianza. Nel maggio del 2023 la vittima, soprannominata Cucù, è stata arrestata con l’accusa di appartenere al clan guidato dai boss Eduardo Saltalamacchia e Antonio Esposito.

PERQUISIZIONI ARMATE 

I giovani legati alla famiglia Di Biasi, oltre che spaventare gli abitanti del quartiere con le loro scorribande, avrebbero tentato di riorganizzare lo storico gruppo nel tentativo di scalzare i nemici. Armati e con il volto coperto dal passamontagna mettevano in atto dei veri e propri posti di blocco nei vicoli dei Quartieri Spagnoli.

Chiunque passava, di notte, lungo Vico Lungo San Matteo veniva sottoposto a perquisizioni spalle al muro, anche semplici cittadini, venivano controllati. Fermati, come ad un alt delle forze dell’ordine, anche motorini e auto. Ma a mettere in atto questi controlli erano tre giovani che avevano l’obiettivo di scalare i vertici criminali di una zona.

 

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