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Estorsione alla sala scommesse a Napoli, domiciliari per il figlio del ras Lepre

Estorsione alla sala scommesse a Napoli, domiciliari per il figlio del ras Lepre
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Ha ottenuto i domiciliari nonostante la condanna a sei anni rimediata con la pesante accusa di estorsione aggravata. E invece i giudici della Corte d’Appello di Napoli (IV sezione) hanno concesso i domiciliari per Francesco Lepre, figlio del ras del Cavone. Pienamente accolta l’istanza presentata dai legali del giovane, gli avvocati Domenico Dello Iacono e Claudio Davino, che avevano chiesto la misura alternativa alla detenzione per il loro assistito. Lepre junior era finito in manette nel giugno 2022 insieme ai vertici del clan, Salvatore Cianciulli ‘Masaniello’ (considerato il reggente del clan), Gianluca Testa ‘o fagian, Salvatore Festa e Emanuele Testa detto ‘o figlio ro fagian.

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I cinque furono raggiunti da decreto di fermo per aver imposto un’estorsione al gestore di un centro scommesse avvicinato da Festa, Lepre ed Emanuele Festa e portato al cospetto di Gianluca Testa e dello stesso Cianciulli che avrebbe minacciato l’uomo intimandogli di consegnargli 30mila euro. Nel decreto di fermo veniva ricostruito il ‘nuovo corso’ dei Lepre che dopo la morte dello storico boss Ciro ‘o sceriff aveva visto emergere la leadership di Cianciulli come riportato nel provvedimento dove era presente inoltre un’informativa dei carabinieri secondo cui si sarrebbero tenute riunioni al Fondaco San Potito tra lo stesso Cianciulli e i ras dei Quartieri spagnoli Eduardo Saltalamacchia e Vincenzo Masiello.

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Nel decreto viene ricostruita la vessazione subita dal gestore del centro scommesse che il mese scorso fu avvicinato da Festa, Lepre ed Emanuele Festa e portato al cospetto di Gianluca Testa e dello scorso Cianciulli che avrebbe minacciato l’uomo con frasi del tipo:«Qua comando io, mi devi portare 30mila euro e ti do un quarto d’ora altrimenti sparo a te, tuo fratello e tuo nipote». Un calvario quello del commerciante iniziato nel 2018 con la ‘quota’ di 1.500 euro tre volte all’anno fino alla richiesta di 30mila euro qualche settimana fa. L’uomo si sarebbe rifiutato, sostenendo di non essere in grado di pagare una cifra simile e innescando l’indagine che ha poi portato al decreto di fermo. Lo stesso denunciante ha rivelato alle forze dell’ordine:«Dopo le minacce mi colpì con uno schiaffo in faccia e poi mi cacciò di casa in malo modo. Quando scesi da casa di Masaniello ero terrorizzato, ricordo che presi lo scooter e scappai in direzione di via Foria»

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