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Un clan voleva sfidare i Casalesi, ritrovato l’anello per il rito di affiliazione

Un clan voleva sfidare i Casalesi, ritrovato l'anello per il rito di affiliazione
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Un clan voleva sfidare i Casalesi, ritrovato l’anello per il rito di affiliazione.  Ieri i Carabinieri di Mondragone eseguivano un’ordinanza dj custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda, nei confronti di 6 persone. Le indagini riguardano un nuovo gruppo criminale che puntava al controllo delle attività illegali nell’area di Castel Volturno. I destinatari dell’ordinanza sono indiziati, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione e sequestro di persona, con le aggravanti di aver agito per motivi abietti, in più persone, avvalendosi dell’uso di armi e di aver agito con metodo mafioso. Si sono posti sul territorio di Castel Volturno in contrapposizione con affiliati al clan dei Casalesi al fine di affermarne la propria egemonia criminale.

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TROVATO L’ANELLO DEL CLAN

Le indagini consentivano di individuare l’ideatore del piano criminale che aveva come obiettivo l’affermazione della leadership criminale a Castel Volturno, da perseguire attraverso la disponibilità di un’ingente somma di denaro e un agguerrito seguito di complici, che venivano cooptati con un vero e proprio rito di affiliazione, nel corso del quale veniva consegnato loro un anello quale simbolo del loro vincolo associativo.

Gli episodi criminali contestati vanno dalle rapine alle estorsioni e ai danneggiamenti a esercizi commerciali del luogo. Fino ad arrivare a violenti pestaggi e atti intimidatori perpetrati anche mediante l’uso di armi. In alcune circostanze il gruppo emergente esplose colpi d’arma da fuoco. Inoltre condusse sequestri di persona a scopo estorsivo nei confronti di “gestori” di piazze di spaccio. Il loro obiettivo era affermare la propria egemonia su Castel Volturno.

Le perquisizioni eseguite nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, con l’impiego di unità cinofile e personale dei vigili del fuoco. Quest’ultimi intervenuti per rimuovere le difese passive create presso l’abitazione di colui che le indagini consentono di ritenere il leader del gruppo criminale. Inoltre consentivano di rinvenire armi e ulteriore materiale a riscontro delle risultanze investigative

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