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Antonella Iaccarino bruciata viva a Quarto, la rabbia dei figli: “Quell’uomo è un mostro”

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Ha lottato per oltre un mese in ospedale ma purtroppo, la mattina del 21 ottobre, il cuore di Antonella Iaccarino, 48 anni, ha smesso di battere. La donna è deceduta al reparto Gradi Ustionati del Cardarelli di Napoli; troppo gravi le ustioni riportate su circa il 50% del corpo.

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Lo scorso 5 settembre, Antonella Iaccarino era stata data alle fiamme dal suo vicino di casa a Quarto, nella provincia partenopea, per un posto auto. La salma della donna, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, è stata sequestrata dai carabinieri, che seguono le indagini: nei prossimi giorni sarà sottoposta all’autopsia.

Intorno alle 12.30 dello scorso 5 settembre, in via Alcide De Gasperi a Quarto, tra Antonella Iaccarino e il suo vicino di casa, Francesco Riccio, un uomo di 53 anni, scoppiò una lite per un parcheggio. Al culmine dell’alterco il 53enne prese del liquido infiammabile e le diede fuoco.

Le parole dei figli di Antonella Iaccarino a Pomeriggio Cinque

In una intervista rilasciata a Pomeriggio Cinque, i figli di Antonella Iaccarino hanno definito Riccio come un “un mostro”, aggiungendo: “Lo possiamo definire solo in questo modo”. “Tutto, tra l’altro, per un motivo futile come un posto auto. Per una lite scattata dal nulla, ha dato fuoco a mia madre” afferma uno dei due giovani, che hanno preferito di non farsi riprendere in volto.

“Io penso sia stata una cosa premeditata”, dice il giovane, “perché nel box lui aveva sia una tanica da 10 litri di benzina sia altre bottiglie”. “Mia madre – racconta – doveva andare a fare la spesa, lui aveva messo lo scooter dietro la sua macchina e quando lei gli ha detto di spostarlo perché doveva uscire è nata la discussione. Con lui a dire che dava fastidio la macchina lì”.

Sulla madre, dice: “Era sempre pronta a dare una mano su tutto, grandi e piccoli, aveva sempre una parola di conforto. Era una brava mamma e una brava persona”. A parlare è stata anche la figlia di Antonella Iaccarino, spiegando che l’uomo “minacciava anche altre persone, nessuno si poteva avvicinare”.

 

 

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