venerdì, Luglio 25, 2025
HomeCronacaAppalti truccati a Sorrento, per il giro di tangenti il sindaco utilizzava...

Appalti truccati a Sorrento, per il giro di tangenti il sindaco utilizzava i ‘canarini’

“Canarini” e tangenti: il sistema occulto dell’ex sindaco di Sorrento

Un apparato rodato, discreto, ma perfettamente organizzato: è quanto emerge dalla complessa inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, che ha portato all’arresto dell’ex sindaco di Sorrento Massimo Coppola, del suo fidato collaboratore Raffaele Guida (noto come “Lello il sensitivo”) e di altre 14 persone, tra imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici.

Al centro dell’indagine, un sistema corruttivo strutturato e prolungato nel tempo, definito dal GIP un vero e proprio meccanismo parallelo di gestione degli appalti pubblici, capace di insinuarsi trasversalmente in numerosi ambiti dell’amministrazione comunale.


Il codice dei “canarini”: telefoni fittizi per le tangenti

Tra i particolari emersi dall’ordinanza di custodia cautelare, spicca l’uso sistematico di utenze telefoniche fittizie, soprannominate in codice “canarini”. I dispositivi, intestati a soggetti stranieri anagraficamente inesistenti, venivano utilizzati da Coppola e Guida per conversazioni dal contenuto illecito, riguardanti soprattutto accordi corruttivi legati all’affidamento di appalti pubblici.

L’individuazione di queste linee riservate è stata resa possibile grazie all’impiego di sofisticate tecnologie del Gruppo Mezzi Tecnici dello S.C.I.C.O. della Guardia di Finanza, che ha fatto ricorso all’utilizzo di apparecchiature IMSI-IMEI catcher. Questi strumenti hanno consentito di agganciare e tracciare le “utenze fantasma” nel territorio sorrentino, svelando l’apparato occulto di comunicazione fra gli indagati.

Le SIM venivano attivate da Coppola tramite un esercente compiacente del posto, e usate come canale “sicuro e alternativo” per evitare intercettazioni e comunicare in modo apparentemente criptato con imprenditori e complici.


Sistema illecito radicato e allarme sociale

L’ordinanza parla chiaramente di una “collaudata capacità criminale” in capo all’ex sindaco e al suo sodale, capace di pianificare nei dettagli l’occultamento delle attività illecite. Il sistema — secondo i magistrati — era profondamente radicato nei gangli dell’amministrazione comunale e capace di influenzare appalti di milioni di euro, alcuni dei quali legati anche a fondi del PNRR.

L’accertata continuità delle condotte delittuose, protrattesi nel tempo e capaci di minare la regolarità amministrativa dell’intero Comune, ha reso necessario l’intervento cautelare, ritenuto “imprescindibile” per impedire la prosecuzione dei reati e sradicare un sistema consolidato di corruzione.


L’inchiesta in numeri

  • 16 misure cautelari tra arresti e domiciliari

  • Oltre 285.000 € sequestrati in contanti tra abitazioni e sedi private

  • Appalti pilotati per milioni di euro, tra cui servizi scolastici e forniture pubbliche

  • Uso sistematico di utenze telefoniche false per aggirare i controlli investigativi