Anni fa il modo più diffuso per rallentare il contatore della luce era quello della calamita: una volta posizionata, alterava le misurazioni facendo risparmiare (illecitamente, s’intende) un buon 60/70% sulla bolletta della luce. Oggi quel sistema, tanto casereccio quanto efficace, è ormai superato: si può usare ancora soltanto sugli impianti più vecchi, quelli non ancora sostituiti. Per i nuovi sono stati escogitati altri stratagemmi, che consentono ugualmente un notevole risparmio che però, sempre più spesso, si trasforma in una denuncia (o un arresto) per furto aggravato: per quanto ingegnoso l’espediente, la variazione dei consumi viene sempre rilevata dal fornitore.
Pezzotto sul contatore: magnete, manomissione e allaccio abusivo
Il sistema della calamita era quello più utilizzato, anche perché facile da nascondere nel caso di un controllo. O, almeno, era ritenuto tale da chi lo usava: in realtà anche togliendo la calamita serviva qualche minuto perché la registrazione dei consumi tornasse normale, quindi era semplice per gli incaricati appurare che c’era stata una manomissione. Con i nuovi contatori, quelli installati già da diversi anni, non è possibile più usare il magnete: l’apparecchio rileva le variazioni elettromagnetiche e va in blocco automaticamente.
Sostanzialmente i sistemi oggi usati per rubare l’energia elettrica sono due: la manomissione del misuratore e l’allaccio sulla montante. Nel primo caso si tratta di una modifica che viene fatta all’interno del contatore: viene aperto e vengono saldati i contatti che registrano gli assorbimenti; in questo modo i circuiti si azzerano e, con le variazioni non più rilevate, il risparmio arriva anche al 97, al 98%. La manomissione, però, lascia tracce evidenti: oltre alle saldature, saltano per forza di cose anche i “sigilli” interni del contatore.