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Calano i roghi tossici in Campania, ma la terra dei fuochi non è scomparsa: i dati ufficiali

Roghi tossici Campania
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Le forze dell’ordine hanno fatto un grande lavoro in Campania, ed anche per questo i roghi di rifiuti si sono ridotti molto, passando dagli oltre 2mila del 2019 ai 500 di quest’anno. Un lavoro che deve continuare, perché è ora di dire basta a questo scempio“. A dirlo è stato  il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie, Jacopo Morrone. Quest’ultimo ha commentato i miglioramenti per il contrasto al fenomeno dei roghi di rifiuti in Campania.

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I dati in Campania

Sono emersi i dati delle attività interforze, i cosiddetti ‘action day‘, realizzati almeno un paio di volte a settimana nei comuni delle province di Caserta e Napoli. Controlli che di solito mettono nel mirino piccole e medie attività spesso abusive, che sono quelle che inquinano maggiormente.

Queste attività creano con i propri residui di lavoro vere e proprie discariche lungo le strade delle due province campane. Spesso poi i rifiuti abbandonati poi dati alle fiamme. “Tra giugno e settembre di quest’anno ci sono stati 7.535 pattugliamenti contro reati ambientali, con 53 tra attività economiche e sversatoi illeciti sequestrati, 87 denunciati per crimini contro l’ambiente e sanzioni per 4,6 milioni di euro” ha detto Morrone.

Parlando a Castel Volturno, ha anche sottolineato che “è necessario risolvere una volta per tutte il problema delle ecoballe, che dopo tanti anni sono ancora a Taverna del Re“. Il sito nel comune di Giugliano che la Commissione ha visitato, insieme all’impianto di ultima generazione della Cisa per lo smaltimento delle ecoballe.

Dai dati che ci hanno fornito l’impianto può smaltire 200mila tonnellate annue. In pratica l’ecoballa viene aperta, viene recuperata la parte in plastica e ciò che si può riutilizzare, una parte va al termovalorizzatore e al termine della lavorazione solo un 10-15% resta rifiuto e sappiamo che viene portato al Nord Europa per lo smaltimento. Ci sono ancora troppi rifiuti che viaggiano” spiega Morrone.

Siamo partiti dalla Campania e in particolare dalle province di Caserta e Napoli perché sono luoghi simbolo delle ecomafie. Basta pensare che il 13% dei reati a livello nazionale connessi a questi fenomeni avvengono proprio in questa Campania“. “Il nostro obiettivo è analizzare le criticità e segnalarle al Parlamento perché faccia azioni concrete e le traduca in norme, ma anche all’autorità giudiziaria” ha aggiunto Morrone.

 

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