Francesco Calzona, ex allenatore del Napoli e attuale Ct della Slovacchia, è intervenuto a Radio Deejay durante la trasmissione Deejay Football Club parlando di Bologna-Napoli e soprattutto dell’incredibile lavoro svolto da Antonio Conte finora: “Bologna-Napoli? L’anno scorso ero presente sulla panchina del Napoli nella gara di ritorno, creammo abbastanza ma non avemmo la forza di reagire come avremmo dovuto”.
Continua dicendo: “Quello di Conte è un miracolo? La grande personalità del mister e le sue scelte inizialmente chiare stanno contribuendo. Ha potuto anche in parte scegliere i sostituti dei giocatori che sono andati via. C’è anche un grosso problema legato al mercato, gli acquisti della scorsa stagione non sono stati proprio azzeccati. Non tanto per la loro qualità ma per l’adattabilità alla squadra. Una squadra che gioca 80 minuti nella metà campo avversaria ha bisogno di esterni che vanno 1 vs 1 nello stretto. Non erano stati acquistati giocatori con quelle caratteristiche, erano inadatti a quella squadra li. Quest’anno Conte invece ha potuto fare tutto bene dall’inizio, sul mercato si è andati su individui di certe caratteristiche. Conte è un grandissimo allenatore e c’è tanto di suo in questa squadra. C’è da dire che per qualità questa è tutta un’altra squadra rispetto all’anno scorso”.
Calzona parla chiaro sui problemi dello scorso anno: “La squadra non era protetta”
Continuando il suo intervento nella trasmissione Deejay Football Club, Francesco Calzona ha parlato chiaramente su quale fosse secondo lui il problema principale della stagione negativa dello scorso anno degli azzurri:
“Se si trattava di un problema mentale? Il nostro problema li è che la squadra non era protetta. Non c’erano delle figure che nelle difficoltà proteggevano la squadra, i giocatori erano stati caricati di mille responsabilità. Non c’erano le condizioni per far si che loro potessero prendersi carico di queste responsabilità qui. Si era creata una situazione mentale molto difficile, io ero il terzo allenatore della stagione e non era una situazione facile. I tifosi ci hanno sempre appoggiato, poi è ovvio che allo stadio se non arrivavano i risultati ci fischiavano. Era diventato molto difficile poter incidere, quando non c’è una guida sportiva, al di là dell’allenatore, la squadra ne risente. La squadra ha bisogno di riconoscersi in delle figure che sono l’allenatore e il direttore sportivo”.