Stop dalla Cassazione al ricorso presentato dai legali di Pasquale D’Auria (di Arzano)e Rocco Fatale (di Cardito), due delle sette persone arrestate lo scorso 7 febbraio e per la Procura facenti parte di un gruppo vicino ai Moccia di Afragola. L’indagine è quella sulle aste giudiziarie influenzate dai clan. La Suprema Corte (II sezione penale) ha rigettato i ricorsi per entrambi ritenendo infondati i motivi degli stessi. Dalle indagini emerse che i partecipanti alle aste finiti nella morsa della camorra, attraverso minacce, erano obbligati ad abbandonare oppure a pagare una tangente.
L’episodio più cruento risale allo scorso 25 novembre quando gli estorsori intimidiron i partecipanti a un’asta in corso presso uno studio notarile di Napoli affinché desistessero o, in alternativa, versassero un prezzo per l’acquisto. Immobili, come poi emerso, che si trovano tra Afragola e Casoria, popolosi comuni alle porte di Napoli dove, secondo la Dda, è presente il clan dei Moccia. La persona aggiudicataria dell’immobile che non aveva ceduto alle pressione degli estorsori fu vittima di un vero e proprio attentato, perpetrato prima con minacce poi con cinque colpi d’arma da fuoco esplosi contro il portone d’ingresso della sua abitazione. Il secondo concorrente, dopo le minacce, fu invece costretto a versare 20mila euro.