Home Cronaca “Lo chiamavamo Padre Pio”, il soprannome di Ciccio Mallardo svelato dal pentito

“Lo chiamavamo Padre Pio”, il soprannome di Ciccio Mallardo svelato dal pentito

"Lo chiamavamo Padre Pio", il soprannome di Ciccio Mallardo svelato dal pentito
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Francesco Mallardo è da anni detenuto al regime del 41 bis, ma nel suo clan continuerebbe ad esercitare un potere assoluto. Inoltre al boss della mala giuglianese gli sarebbe conferita un’artefatta aurea mistica, soprattutto, utile alle conversazioni telefoniche tra affiliati i quali non potrebbero nemmeno nominarlo. Dunque i fedelissimi del capoclan sovrapporrebbero pretestuosamente gli ambiti camorristi a quelli religiosi e proprio l’utilizzo di questo escamotage emerge dall’ultima ordinanza di custodia cautelare che ha colpito l’Alleanza di Secondigliano. 

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Già nel maggio 2018 il collaboratore di giustizia Filippo Caracallo ha parlato ai magistrati dell’altro soprannome di Ciccio ‘e Carlantonio:Per agire dovevamo aspettare l’imbasciata di Padre Pio, termine che veniva utilizzato per indicare Francesco Mallardo detto Ciccio. Infatti per timore di possibili intercettazioni, il nome di Francesco Mallardo non doveva mai essere pronunciato e così veniva utilizzato da noi affiliati il nome di Padre Pio per indicarlo… .omissis“.

Racket del clan Mallardo a Giugliano, nei guai l’imprenditore Vitiello e Mimì ‘o pesante

C’è anche un noto imprenditore di Giugliano, ritenuto in rapporti con il clan Mallardo di Giugliano, tra le tre persone alle quali la Dia di Napoli ha notificato altrettanti provvedimenti cautelari per i reati associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e tentata estorsione aggravate dalle finalità mafiose. Si tratta di Luigi Vitiello. L’imprenditore – secondo quanto emerso da indagini coordinate dalla Dda di Napoli – avrebbe imposto le estorsioni a suoi colleghi. Ora è ai domiciliari.

Le altre due persone destinatarie delle misure cautelari, ritenute legate al clan Mallardo, sono invece accusate di avere estorto 90mila euro a un imprenditore edile di Giugliano impegnato nella realizzazione di un complesso residenziale composto da 12 appartamenti. Si tratta di Francesco Vitiello e Domenico Pirozzi, detto Mimì o’ pesante, personaggio noto del clan Mallardo.

L’OPERAZIONE CONTRO LA CAMORRA DI GIUGLIANO

Venerdì scorso il personale della Direzione Investigativa Antimafia, articolazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, a carico di 3 soggetti. Tutti gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione e tentata estorsione aggravate dalle modalità mafiose.

Il provvedimento è frutto delle indagini svolte dalla DIA di Napoli e coordinate dalla D.D.A a carico, tra gli altri, di un imprenditore edile di Giugliano  che avrebbe avuto un rapporto di contiguità con il clan Mallardo al fine di ottenere favori.

In particolare un imprenditore colluso avrebbe posto in essere condotte estorsive in danno di altri imprenditori. Con lo stesso provvedimento cautelare sono stati tratti in arresto altri due soggetti ritenuti vicini al clan Mallardo, gravemente indiziati di aver estorto la somma di 90mila euro ad un imprenditore edile di Giugliano per i lavori di costruzione di un complesso residenziale composto da 12 appartamenti.

Indagine cemento, camorra e politica a Giugliano: tra i 27 indagati anche l’ex sindaco Poziello

 

 

 

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