martedì, Luglio 22, 2025
HomeCronacaAspettava 60 kg di cocaina a Salerno, preso il narcos dell'organizzazione

Aspettava 60 kg di cocaina a Salerno, preso il narcos dell’organizzazione

Il 7 febbraio 2023 vennero scoperti 60 Kg di cocaina dalla Guardia di Finanza al porto di Salerno, all’interno di un container contenente frutta esotica proveniente dal Sud America. In quell’occasione, oltre a Angelo Sanfilippo sarebbero stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico del catanese Salvatore Fichera, a cui sarebbe stata destinata la partita di droga.

Le attività captative avrebbero difatti evidenziato come, a seguito dell’erroneo arrivo del cargo nel porto di Salerno anziché in quello di Catania, il duo avesse intrattenuto una serie di contatti, attivandosi, con l’ausilio anche di Melino Sanfilippo e del soggetto calabrese, per rintracciare e recuperare il carico; attività non andata a buon fine per effetto del sequestro operato dalla Guardia di Finanza di Salerno.

Blitz contro i clan del narcotraffico 

Nell’ambito di complesse attività di indagine coordinate da questa Procura Distrettuale della
Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito, con il supporto di unità della Compagnia Pronto impiego Catania (“Baschi Verdi” e unità cinofilo), l’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 6 persone, ritenute gravemente indiziate, in concorso tra loro e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, di una intensa attività di narcotraffico con importazioni dall’estero, con l’aggravante dell’ingente quantitativo.

Sequestro da oltre 7 milioni di euro

Contestualmente, è stata data esecuzione ad un decreto d’urgenza emesso dal Pubblico Ministero inquirente che ha disposto il sequestro preventivo di denaro e beni nella disponibilità degli indagati per un valore complessivo di circa 7,7 milioni di euro.
Le investigazioni, svolte da unità specializzate del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di
Catania — Gruppo Operativo Antidroga del G.I.C.O., anche mediante attività tecniche,
acquisizione di dati e notizie tramite banche dati, servizi di osservazione c riscontro, hanno tratto origine da alcuni preliminari riscontri effettuati alle dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia, già esponenti di spicco, rispettivamente, dei clan mafiosi degli “STRANO” di Monte Po’ e dei “CAPPELLO” di Catania, i quali avevano indicato il porto etneo quale punto terminale di arrivo di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente del tipo cocaina, sfruttando le movimentazioni commerciali in ingresso in quell’arca, e riferito che al suo interno avrebbero operato affiliati al clan “Pillera-Puntina”.

La droga arrivava in Sudamerica

Questi ultimi, a fronte di un compenso pari al 30-40% del quantitativo, avrebbero favorito l’ingresso c la successiva es filtrazione di sostanza stupefacente giunta a bordo di navi cargo provenienti dal Sud-America. Sebbene fino al recente passato tali informazioni non avessero mai trovato conferma in altre indagini in materia di traffico di stupefacenti, i laboriosi approfondimenti svolti dal citato Nucleo PEF, sotto il coordinamento di questo Ufficio, hanno permesso per la prima volta di fare piena luce sulle dinamiche criminali all’interno del porto etneo.

In particolare, le indagini sono state finalizzate, in un primo momento, a porre in correlazione taluni pregressi sequestri, a carico di ignoti, di narcotico rinvenuto in container nel corso di ordinarie attività di controllo all’interno del sedime portuale, con la presenza nei medesimi giorni di determinati soggetti, legati da vincoli familiari e risultati dipendenti della società di gestione della logistica per il porto etneo.

I legami con i clan

In tal modo, ferma restando la presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva di condanna, sarebbero state individuate le figure di SANFILIPPO Angelo, gravato da condanna del 2010 per narcotraffico, e di uno dei tre figli, SANFILIPPO Melino, entrambi operanti in quell’area in qualità di dipendenti della società Società Europea Servizi Terminalistici srl che esercita le proprie attività presso il Porto di Catania attraverso unità operativa locale.

Dalle indagini, inoltre, sarebbe emerso che SANFILIPPO Angelo avrebbe avuto rapporti con
soggetti ritenuti, legati al clan PILLERA/PUNTINA e, in particolare, con DI MAURO Angelo, soggetto già condannato per associazione maliosa e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con sentenza del GIP di Catania del 17.12.2007.

Sono state pertanto avviate le prime attività di intercettazione che restituivano sin da subito un dato interessante: la particolare cautela di SANFILIPPO Angelo nell’uso di dispositivi cellulari, che era solito sostituire assai frequentemente nel giro di pochissimi giorni o di qualche settimana. Peraltro, il timore di essere oggetto di eventuali attenzioni da parte delle Forze di Polizia si sarebbe manifestato anche nell’estrema attenzione prestata nell’utilizzo di autovetture non intestate alla sua persona, ma a componenti del suo contesto familiare.

Un giro da 300 kg di cocaina

Nonostante le plurime cautele adottate quotidianamente, le complessive investigazioni svolte dalle Fiamme Gialle etnee avrebbero consentito di accertare, ferma restando la presunzione d’innocenza valevole ora e fino alla condanna definitiva, la sistematica operatività di Angelo Sanfilippo e della rete di persone e strumenti a lui riconducibili, tra cui il costante utilizzo strumentale di una società operativa all’interno del porto di Catania e responsabile per il carico/scarico dei container, nel settore del narcotraffico c di individuare i soggetti che lo avrebbero coadiuvato, definendone i rispettivi ruoli.

A tal riguardo, sarebbero state acquisite gravi evidenze indiziarie con riferimento
ad almeno tre episodi di importazione di ingenti quantitativi di cocaina, per un peso complessivo di oltre 215 kg, oltre ad iniziativa, non concretizzatasi, volta a introdurre una partita di droga di 300 kg.

Il sequestro a Catania

Il primo episodio risale al 25 maggio 2022 quando il II Gruppo di Catania della Guardia di finanza ha proceduto presso lo scalo portuale al sequestro a carico di ignoti di 110,5 kg di cocaina occultata nell’intercapedine del tetto di un container proveniente dal Sudamerica. La scoperta è stata conseguenza del riscontrato danneggiamento delle pareti “manomesse” che aveva portato ad un’ispezione più approfondita e all’individuazione del doppio fondo.

Le investigazioni avrebbero permesso di ricostruire una grave compendio indiziario a carico di SANFILIPPO Angelo nella realizzazione dell’importazione e della successiva programmata esfilitazione della partita di sostanza stupefacente, poi non andata a buon fine a causa dell’intervenuto sequestro dei finanzieri in servizio al porto. Rilevanti sono state le captazioni ambientali, le dichiarazioni postume di una dei soggetti coinvolti e i .riscontri tempestivamente effettuati dagli investigatori, che avrebbero permesso di ricostruire le iniziative adottate dal SANFILIPPO per il recupero del carico c per porre rimedio nell’immediatezza alla dissaldatura delia lamiera, tentando grossolanamente di richiuderla apponendo del nastro adesivo.

L’organizzatore dell’importazione

Sarebbero stati inoltre acquisiti gravi indizi a carico di altri soggetti ritenuti coinvolti nell’illecita attività di recupero: CURCIARELLO Giuseppe di Siderno il quale sarebbe stato l’organizzatore dell’importazione, attivandosi non appena avuta notizia del fatto che il container era arrivato danneggiato per il timore concreto che tale anomalia potesse attirare l’attenzione degli addetti ai controlli.

Sarebbero inoltre acquisiti elementi indiziari a carico di DI MAURO Angelo e VASTA Antonino, quest’ultimo indicato dal collaboratore di giustizia quale appartenente alla famiglia Cappello di Catania e nipote di Franco Egitto. Tali soggetti, secondo la ricostruzione accusatoria, avrebbero operato per i SANFILIPPO (Angelo e il figlio Melino) ai fini del tentativo di recupero del narcotico. Sarebbe risultato infine coinvolto anche un soggetto della ‘ndrina Molè di Gioia Tauro a cui Cuccariello avrebbe chiesto ausilio per contribuire all’esfiltrazione della sostanza alla luce dei danni rilevati al container.

Il blitz a Catania

Un altro episodio attiene al sequestro di 45 kg di cocaina, effettuato il 1° dicembre 2023 dai finanzieri del Nucleo PEI1 di Catania nella zona industriale di Catania dopo il trasferimento, nella sede operativa della società di gestione dei servizi portuali, del container contenente il carico di stupefacente, giunto alcune ore prima nel porto etneo. Già a partire da fine agosto 2023, le attività di intercettazione “tra presenti” avviate all’interno di un immobile di Torino, dove SANFILIPPO Angelo stava scontando gli arresti domiciliari dopo un periodo di detenzione in carcere iniziato il 5 maggio 2023 per effetto di OCC emessa dal Tribunale etneo per traffico di stupefacenti, avrebbero permesso di registrare una sequenza di conversazioni con il figlio Melino dalle quali sarebbe stato possibile evincere, sulla base degli indizi raccolti, come i due congiunti, con la collaborazione di FICHERA Salvatore, avessero avviato un nuovo “progetto” per il recupero presso il porto di Catania di un ulteriore carico di sostanza stupefacente che sarebbe giunto, sempre tramite container appositamente manomesso da alcuni soggetti in contatto con quest’ultimo.

Le intercettazioni

Le conversazioni, sempre criptiche, e gli incontri diretti tra SANFILIPPO Melino e FICHERA
Salvatore si sarebbero intensificati nel mese di novembre 2023, con un picco il giorno 30 dello stesso mese allorquando sì sarebbe registrata un’accelerazione che si è ritenuto fosse dovuta all’inaspettato arrivo in anticipo del carico di interesse. La difficoltosa decriptazione di alcuni termini e gesti chiaramente convenzionali, captati durante le successive comunicazioni tra SANFILIPPO Angelo, costantemente aggiornato, e il figlio Melino, avrebbe inoltre dato modo agli investigatori di comprendere che il container^ nel quale era occultata la sostanza stupefacente, avrebbe dovuto essere, prima, svuotato della merce ufficialmente trasportata e, solo dopo, manipolato per recuperare la partita di narcotico.

Il carico nascosto nei borsoni

In effetti, il 1° dicembre 2023, l’attività di osservazione eseguita dalle Fiamme Gialle etnee, su coordinamento della DDA, avrebbe permesso di acquisire conferma dell’esfiltrazione del container dal porto verso la sede della società di gestione dei servizi portuali nella zona industriale di Catania; il tutto, tramite un autotrasportatore individuato e “protetto” da FICHERA e da altro soggetto, “Turi u Carruzzieri identificato in Russo Salvatore, a bordo di due distinte auto. Lì giunti, sarebbero state immediatamente avviate le operazioni di estrazione del narcotico a cura di Melino. Le evidenze acquisite in quel frangente hanno portato al fermo delle due autovetture di staffetta nel momento in cui, dopo aver scortato l’autoarticolato all’interno dell’impresa, ne facevano uscita verosimilmente con il carico recuperato. A conferma dell’ipotesi investigativa, i finanzieri del Nucleo PEF di Catania hanno rinvenuto nelle auto in totale 3 borsoni contenenti numerosi panetti per una quantità complessiva di 45 kg di cocaina, procedendo all’arresto in flagranza di reato di Fichera e RUSSO.

Sarebbe anche emerso che SANFILIPPO Angelo e Melino avrebbero trattenuto parte del carico, pari a 9 Kg panetti, quale compenso spettante per l’intera operazione di esfiltrazione, non ritrovati all’atto della immediata perquisizione eseguita all’interno della sede societaria verosimilmente perché, come successivamente ricostruito, il narcotico sarebbe stato affidato ad un camionista in procinto di uscire dall’azienda.

Il quadro indiziario

Sulla scorta di quanto ricostruito dal Nucleo PEF di Catania, il Gip presso il Tribunale etneo, su richiesta di questo Ufficio, ha ritenuto dunque sussistente un grave quadro indiziario a carico degli indagati disponendo l’applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti i principali indagati.

Contestualmente, i finanzieri etnei hanno dato esecuzione a un decreto d’urgenza di sequestro preventivo, anche per equivalente, emesso dal Pubblico Ministero inquirente nei confronti di DI MAURO Angelo, FICHERA Salvatore, SANFILIPPO Angelo e Melino, VASTA Antonino del denaro e, in subordine, dei beni mobili e immobili di proprietà o nella disponibilità degli indagati fino a concorrenza della somma di 7,7 milioni di euro, corrispondente al profitto o prodotto derivante dal traffico di sostanze stupefacenti.

MISURE CAUTELARI PERSONALI (custodia cautelare in carcere)

1) CURCIARELLO Giuseppe, nato a Locri (RC) il 30.07.1967;
2) DI MAURO Angelo, detto ” nato a Catania il 30.03.1980;
3) FICHERA Salvatore, detto “Salvuccio”, nato a Catania il 04.05.1986;
4) SANFILIPPO Angelo, nato a Catania il 14.02.1966;
5) SANFILIPPO Melino, nato a Catania il 20.07.1990;
6) VASTA Antonino, detto “Nino”, nato a Catania il 03.07.1984.

Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.