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Arzano. Vedette e telecamere a protezione degli affiliati, blitz nel bunker della camorra nella 167

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Vedette e telecamere a protezione degli affiliati, blitz dei carabinieri nel bunker della camorra. Smantellato un sofisticato  sistema di videosorveglianza. Nuovo colpo al clan della “167” di via Colombo. Una nuova operazione anticrimine è stata messa in atto nella serata di ieri l’altro nel centro storico dove si sarebbero stabilizzati diversi  affiliati alla nuova cosca egemone. I militari dell’Arma della locale tenenza coordinati dalla Compagnia di Casoria, con l’ausilio dei vigili del fuoco, hanno dato seguito ad una vasta operazione di controllo  nella zona del vecchio agglomerato urbano, individuando e smantellando una ramificata e sofisticata  ragnatela fatta di sistemi di videosorveglianza che avrebbe avuto la capacità di tenere sotto controllo l’intero centro storico e monitorare l’eventuale arrivo delle forze dell’ordine o dei nemici.

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Un centro storico chiuso al traffico tra palazzi pericolanti e strade chiuse, divenuto negli anni un vero e proprio fortino al servizio delle cosche e dei latitanti.  Infatti, appena qualche anno fa, proprio nella zona a ridosso tra via Padre Pio e via Santa Giustina, dove sarebbe stato ritrovato il sistema di videosorveglianza, fu tratto in arresto  il boss della Vanella Grassi Rosario Guarino, detto “Jo Banana”. Dedali di vie e traverse per lo più strette e in alcuni punti chiuse, divenute panacea per i latitanti e gruppi di camorra che negli anni, ma specialmente nell’ultimo periodo con gli “scissionisti”,  avrebbero spostato i loro nascondigli tra le mura della storica Arzano. Centro storico che ha visto morti eccellenti tra cui  il boss della nuova camorra organizzata e fedelissimo di Pasquale Scotti, Sergio Bianchi, ucciso in un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine.

A certificare dell’esistenza del nuovo clan, le indagini che già a partire dal 2015, a seguito di provvedimento cautelare emesso su una serie di attività estorsive poste in essere ai danni di alcuni commercianti, conduceva all’individuazione del nuovo gruppo emergente qualificatosi come “quelli della 167”. L’esistenza del nuovo sodalizio criminale, che ostenta le proprie appartenenze anche sui social con feste nei locali della movida che inneggiano al loro cognome, è saltato fuori – si legge nelle note giudiziarie -, “ grazie al capillare lavoro d’indagine, compiuto malgrado  l’atteggiamento sempre reticente delle vittime delle estorsioni”. Infatti, proseguono i magistrati dell’Antimafia: “emergeva che alla morte di Ciro Casone referente del clan Moccia che storicamente deteneva il controllo del territorio di Arzano una nuova compagine, operante in collegamento con i gruppi di Secondigliano, si appropriava della zona.

La ricostruzione dei carabinieri trovava riscontro nelle dichiarazioni rese, in ordine agli equilibri criminali determinatisi alla morte di Casone, nelle dichiarazioni rese da (omissis ndr) , appartenente al clan Moccia divenuto oggi collaboratore di giustizia. Il clan, che si contorna di giovani tossicodipendenti e sbandati, è dedito sul territorio allo spaccio di droga, alle estorsioni anche sulla vendita del contrabbando di sigarette  e all’usura. Non disdegnando neanche piccole somme di denaro su ristrutturazioni private. La roccaforte, costantemente monitorata, si trova nell’agglomerato della case popolari di via Colombo. Il blitz di  ieri l’altro, non è passato inosservato ai residenti della zona che affacciati ai balconi hanno assistito all’intervento di “bonifica” ambientale.

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