[nextpage title=”Le mani della camorra sulla pizzeria Dal Presidente”]Le organizzazioni criminali ricorrono sistematicamente al mondo dei professionisti per alzare il livello dei loro affari. Sempre più spesso emergono stratagemmi sofisticati dei clan per riciclare i soldi illeciti e per queste attività sono fondamentali le figure con specifiche capacità economiche. Questi contatti tra i criminali e la borghesia sono spuntati anche nell’ultima inchiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sulle attività di riciclaggio del clan Contini.
I principali accusati sono l’imprenditore Massimiliano Di Caprio e il ras Vincenzo Capozzoli, detto Enzuccio ‘a miseria, entrambi ritenuti i titolari occulti della pizzeria Dal Presidente. La storica attività commerciale, situata in via Dei Tribunali, è stata sequestrata dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza. I pm Alessandra Converso e Daniela Varone hanno contestato il trasferimento fraudolento di valori e autoriciclaggio, aggravato dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan dell’Alleanza di Secondigliano.
[nextpage title=”Le manovre della commercialista”]
Dall’inchiesta spicca, soprattutto, la figura della commercialista Giulia Nappo che avrebbe intestato a Deborah Capasso, ex moglie di Caprio e cognata di Capozzoli, La Regina dei Tribunali. Proprio la società ha gestito sia la nota pizzeria che un panificio anch’esso situato in via dei Tribunali.
Inoltre Nappo sarebbe stata in strettissimo contatto con Di Caprio e Capasso tanto da scurare le loro vicende economiche e personali così come la professionista ammette in un’intercettazione del febbraio 2022: “L’ho detto anche ai signori poliziotti, io ho detto guardate lo gestisco dal 2012 e se io vi devo dire che non voglio bene a Massimo vi dico una bugia…vi sembrerà strano ma io ho imparato a volerli bene“.
[nextpage title=”La comprensione del mondo criminale”]Secondo i magistrati della Dda la commercialista è consapevole dell’intervento e della protezione di Enzo ‘a miseria le quali hanno consentito l’acquisto dell’attività ristorativa. Le intercettazioni telefoniche registrate tra il luglio e l’agosto del 2021 captate tra Capasso e Nappo risultano di notevole interesse per gli investigatori poiché sembrerebbe mettere in luce il reimpiego di capitali illeciti da Di Caprio messi a disposizioni dal cognato camorrista per l’acquisto della nota pizzeria del centro storico di Napoli.
[nextpage title=”Perché non racconta come si è preso la pizzeria…”]Nappo e Capasso vengono intercettate nell’agosto del 2021 quando la prima ha confidato all’altra: “Perché non racconta come si è preso la pizzeria da Enzo Cacialli e come praticamente si è fatto fare la protezione …!!!“. La conoscenza della commercialista del mondo camorristico sarebbe venuto a galla pure in un’altra conversazione, captata nel marzo del 2021, nella quale dimostra di conoscere lo stato di detenzione di Capozzoli: “Però il fatto sapete cos è… che vostro cognato pure … mh … cioè è partito ...”.
[nextpage title=”Parlano i due figli del Presidente”]
Prendono le distanze da chi, nei giorni scorsi, è stato arrestato in quanto ritenuto coinvolti in una indagine anti riciclaggio dei finanzieri e della DDA di Napoli, i figli dello storico pizzaiolo Ernesto Cacialli, colui che consegnò la cosiddetta “pizza a portafoglio” all’allora presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton . Un episodio, quello, che gli valse il soprannome “Il presidente” con il quale viene indicata anche la pizzeria Dal Presidente, sequestrata l’altro ieri dalle fiamme gialle.
“Precisano di non avere alcuna connessione, a qualsivoglia titolo, con la predetta azienda e coi relativi gestori – spiega l’avvocato Francesco Musella, legale della famiglia Cacialli – Maria Cacialli, detta la ‘figlia del Presidente’, e Luigi Cacialli, detto il ‘figlio del Presidente’, titolari delle pizzerie che a Napoli, si trovano, rispettivamente, in via del Grande Archivio e in via Duomo. Entrambi sono figli ed eredi del compianto Ernesto Cacialli, ricordato nel mondo della pizza come Il Presidente.
“Tanto si rende necessario – fa sapere il legale – vista l’ondata di odio di cui sono stati bersaglio sui social network per effetto della confusione ingeneratasi per l’improprio utilizzo del marchio Il Presidente fatto da terzi non legittimati”.