Migliaia di persone stanno sfilando, nelle ultime ore, a San Pietro per rendere omaggio alla salma di Papa Francesco, che verrà esposta per tre giorni fin quando la bara non verrà chiusa, in occasione dei funerali che si terranno sabato 26 aprile alle 10.
Per la fede cattolica, poter vedere il Papa anche dopo la morte non è solo un rito. E’ un gesto carico di spiritualità e gratitudine. Ecco perché, in Vaticano, viene eseguita la tanatoprassi: per permettere a ogni fedele di vivere questo momento con serenità, senza che la morte cancelli del tutto l’immagine di colui che ha guidato la Chiesa.
Che cos’è la tanatoprassi, l’imbalsamazione “temporanea” per conservare le salme dei Papi
Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, la tanatoprassi non è una mummificazione. L’obiettivo non è quello di creare una reliquia, ma mantenere un aspetto dignitoso e sereno per alcuni giorni, giusto il tempo di permettere alla salma di ricevere l’estremo saluto dai fedeli provenienti da tutto il mondo.
Si tratta di una tecnica di conservazione dei corpi utilizzata soprattutto per l’esposizione pubblica delle salme. La pratica, regolata in Italia da una legge del 2022, è un’evoluzione moderna dell’imbalsamazione e si differenzia per l’uso di prodotti meno invasivi e più rispettosi del corpo umano. Consiste in un trattamento igienico-conservativo che rallenta i processi di decomposizione, permettendo di mantenere l’aspetto naturale del defunto per diversi giorni, senza ricorrere al congelamento o a trattamenti estremi.
Nel caso di figure pubbliche, come i pontefici, la tanatoprassi è fondamentale per consentire ai fedeli di rendere omaggio in modo dignitoso, specialmente durante l’esposizione del corpo in Vaticano. Il trattamento prevede l’iniezione di sostanze conservanti, la disinfezione completa del corpo, il trucco correttivo e la sistemazione delle mani e del viso, per garantire un aspetto sereno e composto.
La tanatoprassi è “di casa” per i Papi, Bergoglio l’ultimo ad aver ricevuto il trattamento
Dopo la morte di Papa Francesco, il suo corpo è stato sottoposto alla procedura di tanatoprassi in vista dell’esposizione pubblica nella Basilica di San Pietro. Il trattamento è stato eseguito secondo protocolli rigorosi, nel rispetto delle normative italiane e vaticane che evita l’utilizzo di tecniche invasive e consente di preservare le caratteristiche estetiche del volto. Il corpo di Papa Francesco, grazie alla tanatoprassi, potrà restare esposto per diversi giorni, consentendo un omaggio collettivo e solenne da parte della comunità cattolica e non solo fino al giorno del funerale.
L’uso della tanatoprassi non è nuovo nella storia della Chiesa cattolica. Nel corso dei secoli, i pontefici hanno spesso ricevuto trattamenti conservativi per motivi sia religiosi che pratici, legati all’esposizione del corpo e ai lunghi tempi delle cerimonie funebri. Prima dell’introduzione della tanatoprassi moderna, si ricorreva all’imbalsamazione, una procedura molto più invasiva che prevedeva la rimozione degli organi interni e l’uso di sostanze come la formalina o l’alcool. Tuttavia, la Chiesa ha sempre mostrato una certa sensibilità verso la dignità del corpo, motivo per cui oggi si preferiscono trattamenti più rispettosi e meno aggressivi. L’obiettivo resta lo stesso: garantire che il corpo del Papa possa essere esposto per il tempo necessario affinché milioni di fedeli possano porgere l’ultimo saluto.